Non siamo ad una nuova svolta musicale “aggressiva” ne tantomeno ad un approccio rivoluzionario sonico è solamente un disco che fa smuovere e perdere qualche etto di grasso in eccedenza dai nostri corpi e dalle nostre menti, uno di quelle chicche che si apprezzano istantaneamente come un bel bicchiere di vino.

“A New Consciousness” non è altro – e scusate se è poco – che il progetto dei The Sons Of Anarchy, ovvero Andrea Perillo e Raffaelo Benevento, gli ingranaggi ritmici degli A Toy Orchestra, una loro voglia d’altro personale che si tramuta dopo anni di stazionamento in dieci tracce dal forte sapore 70/80, un pop dance a ondate, cristalli funk e ballate ombrosamente post-wave che puntualmente ““ al momento della loro uscita d’ascolto ““ si rivelano abilissime nel farsi piacere e coccolare, uno di quei “dischetti” che all’inizio si può anche non farci caso, poi non ci si divide facilmente, almeno per un pezzo.

Voglia di essere liberi, unici, autodeterminati in sè stessi e nei rapporti col mondo, un parallelo distinto di una moderna e straniate “Era dell’Acquario” che ““ con metriche e distinguo ben marcati ““ pare rivivere in altre modalità  e con differenti echi sonori, ma che tuttavia si ricollega virtualmente almeno nella filosofia di quegli istinti, poi certamente il vissuto e di tutt’altra parte; tracce in cui compaiono anche personaggi noti dell’underground nostrano (da Moretto a Laura Loriga ed altri), ma quello che colpisce dell’intera tracklist è la forza immaginaria che diffonde, quella “ventilazione” emozionale che fa riscoprire innamorati e pensanti, stranamente “uomini/fratelli” in un contesto di rinnovamento totale dentro e fuori, una nuova coscienza che arriva inaspettata come luce nella notte, coscienza di note, parole e aneliti di speranza. E se “Amore con la A” maiuscola deve essere che lo sia fino in fondo, allora il bel tocco di piano sintetico e sincopato di “Brother”, la grande forza interiore che “Black as your soul” smuove, la robotica dance di “Shame” è la straordinaria dolcezza amara, bluastra e darkoide di un piano mesto “Dead” ““ con una Beatrice Antolini che ne evidenza ai tasti il melodrammatico viatico ““ possono bastare a risollevare il senso comune di un’altra condotta di cuore da colorare dello stesso rosso del fuoco.

Una serie di tracciati musicali dove è sublime affogarci dentro.

Cover Album

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A New Consciousness

Genere: pop-wave
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