è la fine degli anni 70 quando multinazionali e ivy college si sfidano in una gara di scacchi mettendo in campo i loro migliori programmatori;ideatori a loro volta di software capaci di elaborare sofisticate strategie per arrivare allo scacco matto.
Il premio finale per il vincitore sarà  poi la sfida con un essere umano,uno tra i migliori giocatori di scacchi del mondo.

Il torneo pare iniziare per il verso giusto, ma poi tra intoppi informatici, strani individui e situazioni paradossali la situazione andrà  degenerando.
Ambientando la storia in un’epoca in cui la tecnologia andava dispiegandosi, Andrew Bujalski gira un film con pochi mezzi, ma scelti con consapevolezza, che va inserirsi nel mumblecore (sottogenere cinematografico che tra le sue caratteristiche vanta budget ridottissimi,attori amatoriali e sceneggiature improvvisate) attraverso un bianco/nero quasi televisivo e una metodologia da documentario.

“Computer Chess” fa di questa paventata povertà  il suo punto di forza, come ad esempio il formato 4:3 con cui è stato girato,(scelta comunque ponderata) cheva a chiudere il film in un monitor,proprio uno di quelli dei primi computer,e sembraschiacciare i protagonisti sempre più oppressi da queste macchine.
E da qui si possono riscontrare vari temi che Bujalski prova a inserire, partendo dal nostro rapporto con la tecnologia e la rapidità  dell’innovazione, dimostrando come già  all’inizio dell’era informatica si analizzasse il rapporto uomo-macchina attraverso un gioco che fa del calcolo e dell’intelligenza la sua base, concludendo poi il film con una domanda: siamo forse schiavi di tutta questa tecnologia?

Il film comunque si muove in un ambito comico-surrealistico che talvolta raggiunge livelli di assurdità  sconcertante che riducono l’attenzione dello spettatore e rischiano di portare solo alla noia.
“Computer Chess” è quindi un prodotto con spunti interessanti ma che talvolta è vittimadella sua stessa costruzione con le troppe stranezze che Bujalski si ostina a voler inserire per lunga parte del film causando un’insensata anarchia cinematografica.

Indie Top Ten, nona posizione
Rating:

Rating: 3/5
Regia: Andrew Bujalski
Produzione: Computer Chess
Sceneggiatura: Andrew Bujalski
Fotografia: Matthias Grunsky
Montaggio: Andrew Bujalski
Costumi: Colin Wilkes
Scenografie: MicahelBricker
Colonna sonora: /
Con: Kriss S Chuldermann, Kevin Bewersdorf, Cole Noppenberg
Durata: 92min









Il Trailer