E’ nomade e vero per antonomasia questo “Go to M.A.R.S.” disco del one man band Gianluca Fasteni, artisticamente G-Fast, il suo è un viaggio agli antipodi dell’indie e di tutte quelle diavolerie e marchingegni tecnici che fanno della musica un prodotto tutto bulloni e vuotezze, i suoi suoni nascono dalla storia, quello shuffle che sbatte hard-blues e psichedelie stilistiche, un variegato cosmo alternativo ““ inteso come divagazione dal consueto sentire ““ che picchia e si ostina a rinverdire grandi fasti funkyes riuscendo pienamente nel centrare il bersaglio nonchè scuotere il sangue agli amanti di questi calori stradaioli, immarcescenti.

Disco anche di ballatone killer, suoni e odori di Mississippi, libertà  e cuori divelti, dieci brani in scaletta che procurano viaggi su viaggi immaginari, polvere e strade blù che si affollano e si incrociano all’infinito sovvertendo le coordinate precostituite della vita qualunque a favore delle utopie free, spasmodicamente free di una visione smisurata; ammantato di una divina aura vintage e da una vocalità  molto aderente all’ugola granosa di un Bon Scott, il registrato è di una schiettezza allarmante, brani che si trascinano in una cadenza “vissuta”, zingara e “nera” come la pece, come i vecchi Medicine Show che girovagavano in America vendendo unguenti, elisir di lunga vita, bugie e sogni a chiunque li chiedesse e che ora questo ottimo artista “solitario” ce ne fa rivivere le gesta e le fumisterie aggrovigliate.

Con una chitarra insaziabile, una pedal board, cori, ritmiche, e tutto quello che può fare riferimento all’on the road a stelle e strisce confluisce in questo disco infiammato, nello stompin elettrico alla Carvin Jones “I like it”, nei distorsori irsuti di “Morning star”, tra le onde funky di “Toy soldier”, sopra la puzza profumata di alligatori del Delta “The crow is back” o nell’intimità  finale e crooner che la bella e languida “What I think of you” conferisce, tutto è pirico e che esplode in ogni istante lo si desideri, in ogni momento si ha la sana voglia di dilatare gli orecchi per farci entrare “roba buona”, roba che anche dopo infiniti giri “scotta” come la prima volta.

“Go To M.A.R.S.”? Un pugno nello stomaco a nerds inconcludenti e a “rota” di fancazzismo!

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Go To M.A.R.S.
[ La Fabbrica – 2014 ]
Genere: rock, blues
Rating:
1. Go to M.A.R.S.
2. I like it
3. Mystical man
4. Morning star
5. On my own
6. Like an angel
7. Toy soldier
8. Crazy
9. The crow is back
10. What I think of you