Il mare, adoro guardarlo mentre fa l’amore con la Luna, che inconsapevole lo attira a se specchiandosi in tutta la sua bellezza. Il mare, qualcosa di così immenso ma al tempo stesso familiare, sembra quasi guardare se stessi: il proprio mare interiore. Eccolo, è lì, si agita, ha un segreto da nascondere e forse quel segreto sono io. Un giorno scoprirò il segreto del mare.

Si sa come la notte dei tempi: il fascino del mare ci conquista e ci seduce ogni giorno. Proprio per questo sarà  sempre il protagonista indiscusso di poesie, racconti, romanzi, dipinti, canzoni (il brano “Plasson” è l’esempio perfetto). “The Secret Of The Sea” è un intero disco che si immerge in quella magia così unica, mai costante, sempre nuova, vibrante, immensa e soprattutto misteriosa. Il mare in maniera prodigiosa ha sempre qualcosa da dire, da trasmettere ed è fantastico nel comunicare con chi lo guarda, lo ammira, lo osserva.

E’ esattamente successo questo a Bruno Bavota nelle undici tracce del suo terzo disco studio, “The Secret Of The Sea”. Un disco che rispetto ai precedenti accoglie e sposa la tanto amata chitarra acustica. E questa scelta nello stile, nella formula tema in crescendo, fa fare un grande salto alla composizione di sè per se già  raffinata ed elegante. E quindi gli arpeggi, i feedback, l’atmosfera ricreata arricchiscono il sound di venature indie-folk e cantautorali frutto di una passione di genere ben presente nella mente e nel cuore dell’artista partenopeo (Damien Rice, Glen Hansard, Balmorea e tanti altri).

Non poteva esserci inizio migliore per “The Secret Of The Sea” con la meravigliosa “Me and You”. Un filone che parte lontano dal brano “L’Amour” presente nel secondo disco “La Casa Sulla Luna”. L’amore, l’ammirazione, il rapporto viscerale tra due entità  così vicine così lontane in questo caso l’uomo e il mare. Se “Les nuits blanches” da Dostoevskij è il filo conduttore tra il passato e il presente compositivo di Bavota, “The Man who chased the Sea” è il manifesto della nuova strada artistica, le chitarre acustiche e le percussioni che preparano il campo al pianoforte con un finale che fa pensare al sublime kantiano e all’impossibilità  di inseguire e afferrare il mare. Seguono brani riflessivi, mente-viaggiatori come “If only my heart were wire wide like the sea” e la bellissima “Constellations” perchè il mare calmo e leggero di notte sotto un cielo pieno di stelle è un emozione senza tempo. Toccante è il momento di “The Boy and the Whale” con il mare che addirittura suona nel disco. Di stampo classico sono le ultime due tracce del disco. Tracce che abbracciano il tema del dissidio, del contrasto interiore, dello spirito mai quieto, alla quale nessuno può scappare.

Ho avuto la fortuna di ascoltare “The Secret Of The Sea” a bordo di un traghetto in viaggio per l’Isola d’Ischia. Auguro a tutti di fare un’esperienza simile. Il ritmo e il tempo delle canzoni in perfetta simbiosi con la velocità  della nave, creavano istanti forti, emozioni uniche mentre il mare scivolava via tra i colori del tramonto e il blu pallido della prima sera. Il disco finiva con il mare diventato nero che sanciva l’inizio della notte. Un giorno qualsiasi, un incredibile effetto, un’indimenticabile emozione.

The Secret Of The Sea
[ Psychonavigation – 2014]
Genere: modern classical, indie, ambient
Rating:
1. Me And You
2. Les Nuites Blanches
3. The Man Who Chased The Sea
4. Hidden Lights Through Smoky Clouds
5. If Only My Heart Were Wild Like The Sea
6. Constellations
7. Plasson
8. Northern Lights
9. The Boy And The Whale
10. The Secret Of The Sea
11. Chasing Stars