Nella maggior parte dei casi, nella scena indie italiana, esistono artisti  capaci di creare fazioni che esaltano o  fazioni che criticano aspramente. Tra i casi più conclamati ed ultimi troviamo I Cani,  Le Luci della Centrale Elettrica o  Lo Stato Sociale. Non si riesce in questo ad avere un giudizio limitatamente personale. Un gruppo o un’artista può non piacere, non per questo  però  merita di essere smerdato (passatemi il termini poco letterario)  attraverso canali come i social network ad esempio.

Maria Antonietta appartiene a questa categoria bistrattata. Da quando abbandonato  il progetto dei  Young  Wrists, per proseguire un percorso solistico, che segna dal disco precedente anche la svolta del cantato italiano, è stata vittima di critiche pesanti, soprattutto per il suo modo di cantare. “Maria Antonietta” il suo disco omonimo è stato comunque un lavoro discreto, anche grazie alla sapiente mano di  Dario  Brunori. Una sorta di piccolo diario  post-adolescenziale capace di raccontare i turbamenti e le gioie di una ragazza degli  anni zero.  Una riot-girl all’italiana, dotata di    grande energia che ha saputo esprimere sopra i palchi in cui ha suonato. Un’energia che non per forza doveva   essere materializzata attraverso l’uso di una chitarra distorta, ma anche attraverso performance acustiche.

“Sassi”, secondo capitolo italiano  per la nuova cantatessa di Pesaro, rimanda alle orecchie in parte le atmosfere del disco omonimo. La sua sostanziale differenza sta nella mancanza   di quei pezzi di cui innamorarsi. Un disco sicuramente più  intimo e meno  sporco  negli  arrangiamenti, ma allo stesso tempo anche più noioso all’ascolto. Non ci sono presenti all’interno  canzoni esaltanti  come “Con Gli Occhiali Da Sole” o “Quanto Eri Bello”. Nessun brano riesce ad  eguagliare per freschezza ed impatto con il lavoro  precedente. In verità  alla lunga “Sassi” risulta essere un disco sottotono, con poche idee da essere ricordate e citate. Tra le canzoni migliori sicuramente ci sono i singoli “Ossa”, “”Animali”e “Giardino Comunale”. Ma poca roba.

Il mio giudizio su “Sassi”  rimane purtroppo negativo, anche dopo parecchi ascolti. Quello su Maria Antonietta invece non cambia. Anche perchè credo che le sue potenzialità  e la sua bravura rimangono ben visibili al pubblico  che la segue e che ama identificarsi con le sue canzoni fragili. Per il grande passo aspetteremo il prossimo capitolo.