Fresco, allegro e frizzante giusta colonna sonora da ombrellone in questa estate che stenta a decollare è questo il nuovo lavoro dei tUnE-yArDs “Nikki Nack”: un cocktail di ritmi afrobeat, caraibici, suoni sincopati e trascinanti retti dalla voce inconfondibile di Merrill Garbus. Un mix tra etno-chic, R&B con derive hiphop condito con atmosfere in stile exotica e guarnito con avanguardia in salsa haitiana stemperata con un pizzico di pop e richiami worldbeat.

Dopo il successo di “w h o k i l l” (4ad, 2011) e l’interminabile tour mondiale per la promozione del disco la Garbus, in compagnia del suo compagno d’avventura il bassista Nate Brenner, decide di tagliare con il mondo rumoroso e stressante delle metropoli americane per ritirarsi alla Hawaii e ritrovare così un giusto equilibrio, un rifugio dallo stress contaminante della vita contemporanea. L’arcipelago diviene così fonte primaria d’ispirazione per il suo nuovo lavoro. “Nikki Nack” suona infatti leggero e colorato, arioso gioioso e solare trascinando in vorticose danze in riva al mare dove la luce e la brezza marina accompagnano le note dei pezzi del disco retti da ritmi dalle forti derivazioni etniche, beats sincopati e trascinanti che si stemperano arricchendosi della voce della prima bianca americana che canta come una nera africana. Un canto tra il sofferto e l’urlato ci trascina in un turbinio fatto di colori sgargianti, una vera festa di ritmo e allegria leggera che ci impedisce di rimanere passivi ascoltatori ma che trascina coinvolgendoci in danze liberatorie.

Ma la frivolezza è solo apparente. I testi di “Nikki Nack” trasudano di impegno politico e lotta sociale elemento distintivo della produzione dei tUnE yArDs, ma anche di riflessioni personali e profonde sul confronto continuo dell’esistenza combattuta tra sentimenti intimi, scelte e separazioni strazianti. Merrill urla tutta la sua rabbia contro le discriminazioni ma diviene anche intima e sincera quando affronta i sentimenti che agitano le vite di tutti noi. Il disco infatti a differenza di “w h o k i l l” in alcuni momenti diviene più oscuro e personale: quando le danze finiscono parte il pensiero introspettivo e la sofferenza diviene sussurrata.

“Water Fountain” è il primo estratto dal disco accompagnato dal video diretto da Joel Kefali e ispirato dall’estetica tutta anni ottanta del famoso programma per bambini Pee-wee’s Playhouse condotto dallo stravagante personaggio Pee-wee Herman, protagonista del primo lungometraggio non animato di Tim Burton. Una serie di mobili antropomorfi giocano con Merrill che si muove in uno spazio colorato e fantasioso mentre il suo canto nasconde tutta la denuncia verso la politica distorta e poco attenta ai reali bisogni della gente. Un vero e proprio dètournement: giocare, scherzare e divertirsi allegramente in un mondo apparente felice colorato e infantile per condannare condotte e azioni tristi e pesanti come la mancanza di acqua o il cibo ormai pieno di pesticidi, l’aria irrespirabile a causa dagli elementi chimici nocivi per la salute pubblica o la supremazia del Dio denaro.

Non mancano comunque i momenti più introspettivi nell’album come in “Time of Dark” e “Find a New Way” dove le insicurezze e l’auto analisi di Merrill la fanno da padrone mettendo ancora una volta in risalto l’animo travagliato e in continua evoluzione di una artista controcorrente e sopra le righe, una delle più autentiche e vere nuove scoperte di questi ultimi anni.

Credit Foto: Holly Andres