Un disco solista vero e proprio il norvegese Erlend à’ye, figlio di Italia, siracusano per la precisione, l’aveva pubblicato ben 11 anni fa con “Unrest”. In questi lunghi 11 anni il nostro nerd dal look fighissimo, dalla voce elegante, cortese e molto intensa, tra dj sets e dischi con la sua vera band i Kings Of Convenience, produttore di bands norvegesi, promotore di una piccola scena musicale nella sua natia Bergen, collaborazioni varie (Royskopp) e un singolo simapaticissimo uscito nel 2013 scritto, cantato e interpretato totalmente in Italia, la Prima Estate, di strada ne ha fatta e pure molta. Da ricordare la co-fondazione dell’etichetta Indie Bubbles che ha mandato alle stampe appunto “Legao”.

Un unico filo conduttore ha portato il “roscio” ai nostri giorni, quelli della sua seconda pubblicazione solista “Legao”: la capacità  di sbagliare nulla o niente. La sua voce, la sua chitarra, le sue dolci, tristi e melanconiche melodie, hanno fatto di quel termine coniato agli inizi del 2000 il New Acoustic Movement, una vera e propria certezza per il pop, il folk e il songwriter d’autore, quello che non tramonta mai.
Messe da parte le conferme e soprattutto le ben conosciute sonorità  con “Legao” il nostro Erlend à’ye si è rimesso in discussione con un album dalle sonorità  nuove, già  assaporate nei precedenti lavori ma mai approfondite, messe a fuoco. Le dieci tracce di “Legao” arrangiate e registrate a Reykiavjk con la band islandese reggae Hjalmar, presentano un attenzione ai suoni pregiata ed elegante. Almeno per questo prezioso disco mettiamo da parte le ritmiche pop-jazzy dei KOC e prepariamoci all’ascolto di trombe, archi, pianoforte, chitarre elettriche flat. I ritmi reggae presenti in diverse tracce come “Fence Me In”, “Garota” (pezzo che ai The Bees piacerà  di sicuro), “Say Goodbye”, “Peng Pong”, “Whistler”, “Rainman” e “Lies Become a part of WhoYou Are”. In tutti questi brani assapori lo stile pop dei Belle & Sebastian, il leggendario coretto di “Femme Fatale” dei Velvet Underground arrivato ai nostri giorni e lo stile pop di mostri sacri quali Fletwood Mac e Suzanne Vega tra l’altro amatissima dall’artista scandinavo. Sfumature che si trovano ben assemblate nella bellissima “Bad Guy Now”. Cenni di tropicalismo in salsa The Bees appaiano negli arrangiamenti.

Forse un giorno qualcuno odierà  i miei consigli d’ascolto. Ma non posso fare a meno di consigliare “Legao” disco riuscitissimo, in macchina con la strada soleggiata che costeggia il mare, occhiali da sole e inizio di tramonto. Con tutto questo i pezzi scivoleranno a meraviglia. Complimenti Erlend.