Del progetto solista di Manfredi Lamartina vi avevam già  parlato un paio di anni fa, riguardo il secondo capitolo, quel “Bedroom Metal” che seguiva di un anno il breve omonimo esordio.
Puntuale come un orologio svizzero, un disco all’anno, Novanta arriva alla propria quarta fatica, questo “Best-Selling Dreams” che esce per la giovane label Seashell Records, una realtà  tra Palermo e Berlino. Per scelta, la piccola etichetta pubblica soltanto in digitale e cassette: senza entrare in un discorso di supporti e mercato, questa etica nostalgica si sposa perfettamente con l’estetica targata Novanta (in tutti i sensi).

La tavolozza sonora da cui Manfredi preferisce pescare contiene ancora soprattutto shoegaze e post-rock, mentre il lato più elettronico della proposta affiora raramente (la breve “Novanta Song” e “2young2die”) ma sa comunque convincere appieno (la profondissima e immaginifica “A Fever”): le novità  si trovano soprattutto in una potenza di suono inedita per il progetto Novanta, che questa volta può infatti contare sull’aiuto in fase di registrazione e composizione di buoni amici (tra i quali spicca sicuramente l’ottimo contributo del collega shoegaze milanese Bialogard) in quasi tutti i pezzi, con gli unici due brani in solitaria (la già  citata “Novanta Song” e la conclusiva ed eterea “La Maledizione degli Affetti”) che si distinguono per una maggior ricerca di quell’isolazionismo che caratterizzava i primi passi solisti di Manfredi Lamartina.

Se inizialmente Novanta pareva una creatura esile ed incerta, comunque affascinante, ora la sua presenza nel panorama musicale contemporaneo è invece una sicurezza per chi cerca romantici wall-of-sound e uno sguardo personale tra passato e presente.

Credit Foto: Bandcamp