Dodici sono le tracks e tutte dall’aspetto liftato in un rock che si complica la vita più volte. Il lavoro di Julian Casablancas (The Strokes) e la combriccola The Voidz presenta asperità  ed emozioni tiranniche, anche se il flow del disco non rispetta un flusso continuato.
”Where No Eagles Fly” mantiene l’estasi degli Strokes in cui sono ancora presenti le potenzialità  vocali di Casablancas frammiste a giochi electro-indie anche divertenti.

Il pezzo forte dell’album è sicuramente l’ambizioso singolo ”Human Sadness” che nel sound risente proprio del featuring con i due francesi, ovvero la lenta ”Instant Crush”. Così anche questo brano si comporta alla stessa maniera, diventando a tratti una ballata, a tratti un’esplorazione curiosa nei mondi dell’elettronica minimale che esplode in una distorsione rock lasciando spazio ad assoli e melodie stratificate dagli aspetti mutevoli.
”Crunch Punch” non presenta particolari variazione dall’uso dissonante di certi pezzi degli Strokes, quello che un po’ stupisce è come Julian si inseriesca all’interno di questi loop con una leggerezza da professionista. Anche ”Take Me In Your Army” prosegue nelle tonalità  dissonanti cercando di costruire un sottile filo rosso di continuità  con l’atmosfera del disco. Il tentativo è apprezzabile, anche perchè in certi casi si abbandonano vecchi schemi in favore di una sperimentazione affascinante ma anche pesante. ”Father Electricity” sembra ricordare i vecchi Arctic Monkeys del 2007 remixati mediante una ritmica tribale attraversata da distorsioni e vocalizzi contorti.

”Dare I Care” è impostata sul tipico frame da musica orientale che poi Julian trasforma nel psichedelico finale di “Aerodynamic”. Tralasciando altri pezzi poco significativi, cito il finale malinconico ”Off To War…”, un misto di Tom Waits e Roger Waters in chiave contemporanea, I wait for the light to shine recita il refrain.
Un album particolare e difficile anche da ascoltare, specie per chi è abituato ai ritmi più solari dell’indie-rock. Nonostante certi brani che colpiscono, l’atmosfera è quella di un rock liftato che tende a complicarsi la vita in labirinit elettronici e sfumature noise. Casablancas ha cambiato pelle, un progetto niente male.