Scindere Kele Okereke dal ricordo di quello che furono i Bloc Party non è semplice. “Silent Alarm”, nel 2005, fu un’epifania. Ancora oggi, quasi dieci anni dopo, mi capita di ascoltarlo e lo trovo ancora magnifico.

Ecco, non riesco a togliermi dalla testa i Bloc Party mentre ascolto “Trick”, l’ultimo album del magnetico frontman Kele. Già  “Intimacy” (2008), penultimo disco dei Bloc Party, lasciava presagire che la svolta dance poteva essere dietro l’angolo. Infatti nel 2010 Kele avrebbe fatto il suo esordio solista con l’aggressivo “The Boxer”.
L’ultimo disco di Kele resta nello stesso solco dance del precedente, ma è profondamente diverso. “Trick” è un album notturno, umido, riflessivo, pregno di una sensualità  diversa rispetto a “The Boxer”, più sinuoso nei suoni e dalle atmosfere più rarefatte rispetto al precedent. Se The Boxer può essere l’album da inizio serata, quando ancora nel club sono tutti più o meno sobri e allegri e la voglia di divertirsi è alta, con “Trick” è già  notte fonda, l’alba non è troppo lontana, i muscoli accusano la fatica del ballo e la sbornia ha virato verso la malinconia. In questo senso, “Trick” è più legato a “Intimacy”, ma si spinge ben oltre la soglia elettronica dove il penultimo disco dei Bloc Party si fermava timoroso.
Non aspettiamoci suoni innovativi: si sente chiara l’influenza di Burial (“Coasting” è la dimostrazione di come il buon vecchio Burial abbia fatto scuola), del Thom Yorke solista, di Sampha, dei Disclosure.

Degne di nota sono “Doubt”, beat caldi e oscuri su cui si innesta alla perfazione la voce di Kele (potenti i primi versi: Sometimes I doubt/but I get down on one knee/I get down on one knee, I don’t pray), “Silver and Gold”, attraversata da un beat avvolgente, e “Stay the Night”, degna chiusura con il suo incedere morbido.
Kele sembra aver imboccato con decisione la strada della dance, ma a modo suo, portando tutto il suo bagaglio di intimismo sul dancefloor. Non innova nè cerca combinazioni nuove, ma si limita a prendere dal già  sentito tutto quello che gli serve per cucire la sua sensibilità  alla dance.