L’unica cosa che ricordo di “Tampa”, il romanzo di Alissa Nutting che voleva essere scandoloso come Lolita e invece è un harmony, è la descrizione della città : il caldo soffocante, l’aria condizionata, le pale pigre di un ventilatore, le mosche ovunque. La Florida non assomigliava a niente che potessi volere: le finestre rimanevano sempre chiuse e la pelle era inumidita dal sudore, il contatto delle persone era sfiancante. I Merchandise arrivano da questo posto qua e il loro esordio ““ che forse non è stato considerato con l’attenzione necessaria – “Children of desire” ricordava questa città : era asfissiante, era un post punk che a metà  si trasformava in qualcos’altro, come le immagini che si deformano per il calore, era come fiorito, ma se guardavi da vicino ti accorgevi che quelle piante erano solo erbacce, parassiti che avrebbero soffocato tutto quello che avevano intorno. Intossicante è la parola che sto cercando: i Merchandise assomigliavano a un gruppo che avrei potuto chiamare “The Jesus and Morrissey”, psycocandy cantati con la voce di Moz.

Dopo l’EP del 2013, tornano quest’anno con questo disco che piace a tutti e finisce nelle classifiche di fine anno e che a me dice molto di meno, perchè Tampa scompare all’orizzonte e la band si riorganizza secondo tragitti più pop e puliti, alzano l’aria condizionata, mandano via le mosche, e ci ritroviamo nei territori di Morrissey, dove le ragazze e i ragazzi aspettano accanto al telefono che qualcuno li chiami. Ho provato ad ascoltarlo per settimane, sperando che prima o poi scattasse quella scintilla che mi ha fatto consumare “Children of desire”, ma ho provato solo noia per un disco che non aveva nessun difetto, ma che aveva perso la cifra personale. E’ triste liquidare un album che si aspetta molto in poche battute, ma il disinnamoramento è una cosa che non temo particolarmente: i Merchandise continuano a fare musica che vale la pena ascoltare, ma che non cambia granchè, che li mette nella condizione di suonare per platee più grandi, di confrontarsi con una scrittura più matura e consapevole, ma che li rende come quei ragazzini pieni di desiderio che una volta cresciuti non mantengono i segni della bellezza che avevano da piccoli e i lineamenti si annacquano un po’.

And I wait and I wait by the telephone, and I call and I call, but you don’t