Iain Forsyth e Jane Pollard con la collaborazione del British Film Insitute presentano il documentario definitivo sulla vita del poeta del rock Nick Cave, ricostruendo una sorta di giornata immaginaria dell’artista durante la lavorazione del suo disco “Push the Sky Away”.

Se pensate di andare a vedere “20000 Days on Earth” per osservare in modo del tutto canonico la vita, i concerti e tutto quel riguarda Nick Cave, beh vi state sbagliando, e di molto.
Questa sorta di finto documentario è una pellicola difficile da racchiudere in un genere per la sua natura bizzarra, mutaforma ma allo stesso tempo geniale, esattamente come il personaggio di cui tratta.
Muovendosi tra narrazione, analisi e momenti di semi-onirismo andiamo alla scoperta di una giornata tipo di Cave, che però assume presto i tratti somatici del documentario in un gioco cinematografico che sperimenta una nuova forma esplicativa per il genere.

Qui i meriti vanno tutti alla coppia di registi, Iain Forsyth e Jane Pollard, sempre in costante ricerca di qualcosa di nuovo e mai banale come in tutti i loro lavori di re-enactments (produzioni dove sostanzialmente ricreano concerti del passato).
Ma i pregi che hanno portato i due registi alla pellicola non stanno solo nella forma ma anche nei contenuti, perchè sarebbe stato troppo facile raccontare la vita di Cave dalla giovinezza fino ad oggi in modo cronologico con la testimonianza del personaggio X e Y ripreso in camerino.
Utilizzando un diario, uno psicanalista e una macchina (e i compagni di viaggio che quasi magicamente compariranno in essa), Forsyth e Pollard mettono in scena i passaggi chiave della vita di Cave (il rapporto con i genitori, con le donne della sua vita) e alcuni tratti della sua poliedrica personalità  (in particolare la sua “mutazione” in un altro essere una volta iniziata la performance on stage) che portano al clamoroso atto conclusivo.

Il finale con “Jubelee Street” dove quel i’m transfroming, i’m vibrating, look at me now è cantato e interpretato con una passione al limite dell’umano, fa pensare veramente che da un momento all’altro possa accadere qualcosa di straordinario, con il montaggio alternato a immagini d’archivio che alimenta questa operazione fondendo presente e passato in quella che sembra una mutazione metafisica possibile solo sul palco.
Anche se “20000 Days on Earth” è un prodotto più adatto ai fan che conoscono vita e imprese di Nick Cave, ognuno potrà  godere nel vedere un documentario totalmente innovativo e scoprire un uomo, un personaggio e un mito che da più di 20000 giorni vive e crea opere su questa terra.