Avete presente quegli oggetti che conservate da sempre in casa per il valore simbolico o affettivo, quelle cose di cui fareste enorme fatica a liberarvi nonostante un retaggio estetico non proprio di primissimo livello? Ecco, se avete focalizzato bene e bazzicate questi lidi, capirete che anche in musica ci sono quelle band di cui non vi sbarazzereste mai, al di là  della qualità  dei dischi che sfornano. E’ pur sempre una questione di congiunzioni astrali nella vita, quando l’ascolto di un disco solca la scia di un’epoca particolarmente importante. I Gomez, per il sottoscritto, fanno parte di quel novero di band o artisti a cui perdonare tutto o quasi, a cui dare sempre una nuova possibilità  e un nuovo giro di giostra. Ben Ottewell è un terzo delle voci dei Gomez, assieme a Ian Ball che con lui divide maggiormente il cantato e Tom Gray, più defilato ai cori e qualche controcanto. Delle tre è la voce più peculiare, roca e profonda, adatta maggiormente all’aspetto più blues della band.

Non era difficile immaginarne una carriera solista della quale “Rattlebag” , uscito sul finire dell’anno scorso e solo oggi distribuito in Italia, rappresenta il secondo lavoro dopo il buon “Shapes & Shadows” del 2011. A questo giro il Nostro gioca sul sicuro e non esce dal recinto di quello che gli viene meglio, giocando con atmosfere blues venate di pop e momenti di folk semiacustico dalle atmosfere agrodolci e primaverili. Senza giri di parole, se amate i Gomez anche delle ultime produzioni, un po’ meno coraggiose degli esordi ma sempre più che piacevoli, amerete anche questo disco. Brani come “Red Dress”, “So Slow” e “Distant Shore” ci resituiscono la semplicità  di pochi accordi di chitarra, melodie in levare e una voce emozionante al confine tra giornate luminose e piccole, consapevoli malinconie quotidiane. Si cambia traiettoria nel passaggi più blues come “Edge” e “Papa Cuckoo” ma non si perde in qualità . Una lieve mancanza di coraggio si avverte qua e là , ma sono dettagli per chi come me a queste armonie non riuscirebbe mai a rinunciare. Gran bel disco, inaspettato e quasi timido, che sfuggirà  ai grandi riflettori ma di cui avrò enormi difficolta a liberarmi.