Solo un eroe è riuscito a conquistare il mondo in ciabatte e indossando un accappatoio, pensando a come risolvere i problemi fumando marijuana e bevendo grandissime quantità  di White Russian preparato i qualunque posto, combattendo i cattivi con assoluta pigrizia tra una partita di bowling e l’altra. Il suo nome è Jeffrey Lebowski ma tutti lo chiamano Drugo e Jeff Bridges gli regala un corpo, una voce e un’interpretazione magistrale.

Una persona che vivacchia senza tanti problemi sopravvivendo con la sana arte del fancazzismo elevata all’ennesima potenza. Drugo starebbe ben lontano da qualunque cosa che richieda un minimo di fatica ma se gli pisciate sul tappeto di casa allora incominceranno i guai per tutti. Lo snodo surreale con cui inizia “Il grande Lebowski” rende questo film un capolavoro, una delle più grandi commedie di sempre, irriverente e sofisticata, girata dai fratelli Coen, Joel e Ethan, con assoluta maestria. Così Drugo andrà  alla ricerca del suo omonimo, quello a cui realmente dovevano urinare sul tappeto, cercando di farselo risarcire anche se era scadente, dava “un tocco” al suo misero appartamento. Il signor Lebowski, quello che il nostro Drugo cerca, è un ricchissimo uomo costretto sulla sedia a rotelle, un essere umano che ha dedicato la vita al lavoro e a rispettare le regole, un vero eroe americano. Dal loro primo incontro nascerà  uno degli scambi di battute più divertenti di tutto il film. I personaggi che costruiranno la storia sono delle caricature meravigliose che riempiono il film di umanità  e follia. John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore, John Turturro e il compianto Philip Seymour Hoffman sono alcuni degli attori che completano il cast. Ognuno con il suo ruolo, più o meno grande, più o meno importante, riesce a lasciare un segno indelebile nel film. La Los Angeles dei fratelli Coen è lontana anni luce dalla fabbrica dei sogni a cui siamo abituati e che ci hanno sempre fatto vedere, sembra essere, invece, la scenografia di un teatro dell’assurdo dove va in scena la vita di un fannullone, un fallito fiero di esserlo, che si trova, senza neppure accorgersene completamente, all’interno di una sorta di intrigo fatto di rapimenti e riscatti, di nichilisti pronti a tutto, di situazioni surreali e grottesche, affrontate sempre con il minimo della fatica. Nessun Don Chiscotte però può farcela senza il suo Sancho Panza e quello di Drugo ha le fattezze corpulente di un immenso John Goodman che interpreta Walter Sobchak. Un reduce della guerra del Vietnam, rimasto traumatizzato dai combattimenti, politicamente scorretto, con una filosofia di vita fatta di preconcetti sociali e sempre pronto a dimostrare l’esattezza e la correttezza delle sue ferree regole. Lo scoprirà  sulla sua pelle il povero Smokey, un indiano pacifista, che “oserà ” superare la linea di tiro durante un incontro di bowling e si troverà  una pistola puntata in faccia se non segnerà  zero.

Il personaggio interpretato da Goodman riuscirà , suo malgrado, a creare sempre situazioni comiche ciniche, come sollevare e gettare per terra un uomo sulla sedia a rotelle convinto che stia mentendo, distruggere un’automobile a colpi di piede di porco e lanciare controvento le ceneri del loro amico defunto che finiranno direttamente nella faccia di Drugo. Il film è un incredibile insieme di scene uniche, i fratelli Coen riescono a farci ridere con intelligenza, riescono a portarci per mano nei meandri di una folle storia che riesce però a sembrare vera. Nel corso della loro carriera sono riusciti a fondere gli elementi del cinema di genere con quelli di impronta autoriale. “Il grande Lebowski” è una commedia camuffata da crime story, con elementi noir e, in un’esilarante scena, anche un musical. Sono indubbiamente entrati nell’olimpo del grande cinema ma a loro questo non importa perchè riescono sempre a fuggire dalla prigione delle etichette, creando film che essere surreali e grotteschi, violenti e teneri, in poche parole unici. Fanno cinema, quello vero.

La scena geniale, che paradossalmente ha anche poco peso all’interno della narrazione ma rimane indelebile nella memoria, è il cameo di John Turturro, che interpreta Jesus Quintana, un ex-carcerato ispanico dalla discutibile sessualità , viscido e arrogante che lubrifica le palle da bowling con la lingua e che indossa un vestito viola e una retina per i capelli. Sfida Drugo e i suoi amici, in particolare Walter: Prova a fare una delle tue estronsate de pazzo, prova a tirare fuori el ferro”… io te lo estrapo de mano, te lo metto en el culo e poi premo el grilleto hasta che siento el clic! e ci fa sapere che No se escherza con Jesus!.

EXTRA SHOT: Il talento di un regista raccontato attraverso un film che lo rappresenta e attraverso quei piccoli colpi di genio che lo rendono un cult.