La Scozia della cantautrice Kathryn Joseph è una bruma oscurale, una fitta nebbia che sale e sale fino allo spirito notturno, una soda patina di melanconia che l’artista di Glasgow adopera per dipingere il suo esordio, “Bones you have throw me and blood I’ve spilled”, dieci tracce ocra che non nascondono minimamente uno stato d’animo triste, a tu per tu con una esistenzialità  alla Robin Bacior.

Dieci brani di tormentato (nel senso sublime) chamber-folk, specchi rotti e anime in pena che si susseguono al ritmo del tempo, pianoforti, voci, atmosfere invernali e melodie amare sono la “panacea” per ascoltatori a cui piace riflettere e andare a scavare la propria anime tra le tasche dei ricordi, un disco intenso che farà  parlare di sè.

Un songwriting personalissimo e caratteriale, in cui l’artista scozzese distilla, elenca e raffina storie su storie, una eleganza triste tenera e friabilissima che ha i suoi punti alti nelle ballate “The Want”, “The outtakes”, “The bone”, mentre con la cantilena mid-gothic The crow o nella conclusiva “The weary” il senso compiuto di avere a che fare con una cantautrice di stoffa, dalle forti tinte oscure e intime prende coscienza.