Dopo circa 10 anni di militanza sperimentale in coppia con il fratello Matthew nei Fiery Furnaces, Eleanor Friedberger è arrivata al terzo album da solista. Al primo giro ho pensato che a parte un paio di guizzi negli arrangiamenti “New View” fosse abbastanza piatto, poi il ritornello di “All Known Thing”s è stato illuminante: Amongst all known things, your beauty stands along.

Questi versi mi sono sembrati una chiave d’accesso congeniale alla lettura di “New View”, quasi una piccola epifania. Ma allora quest’album non è piatto, è solo calmo! Deve essere il risultato di un processo di introspezione, di ri-considerazione e accettazione. I conti mi tornano sapendo che è stato registrato dopo il trasferimento della Friedberger da Brooklyn alla quiete rurale di Upstate New York. Quindi, negli ascolti successivi ho immaginato che “All Known Things” potesse rispecchiare la duplice natura di New View: la scoperta e la consuetudine. O la scoperta delle cose consuete, un nuovo modo di vedere la realtà , come suggerisce il titolo dell’album.

Accantonata la sperimentazione talvolta dispersiva dei Fiery Furnaces, questo capitolo di Eleanor Friedberger potrebbe riguardare una fase di assestamento. Forse un momento in cui le nuove idee scarseggiano ma senza che questo sottragga valore alla trascrizione del presente, che poi è frutto della ricerca di un passato indubbiamente prolifico. E non mi riferisco solo ai testi. Il terreno musicale di Eleanor Friedberg è stato da sempre fertile e in costante rielaborazione delle suggestioni, provenienti dal pop o dalla psichedelia che fossero.

Con “New View” è la volta di raccogliere l’eredità  dei maestri della tradizione rock-folk, della musica delle radici, dell’anima. L’omaggio a Bob Dylan di “He didn’t mention his mother” in apertura ne è una conferma, e così i richiami a Neil Young e a Tom Petty. E a proposito di maestri, di folk e sperimentazione, addentrandomi ancora di più in “New View” mi vengono in mente altri versi, quelli scritti da Joni Mitchell quando nel 1975 viaggiava in solitaria in auto dal Maine alla California (senza patente, si racconta): There’s comfort in melancholy/When there’s no need to explain/It’s just as natural as the weather/In this moody sky today (Hejira, 1976).