A Jenny Lee piacciono certi anni ’80 scuri, ballare in camera e suonare quello che le pare: impegnatevi quanto volete, ma non raggiungerete la sua impeccabile ficaggine.

Bassista, come tutte le ragazze più belle, delle Warpaint, “right on!” è il suo primo album solista: è uscito un paio di mesi fa e deve essere finito immediatamente nella mia classifica di fine anno, perchè sembrava la colonna sonora di un film come Me without you, coi suoi anni cupi e di glitter, le canzoni perfette senza la pretesa di esserlo. Se poi quel film non è poi così indimenticabile, non è un problema: neanche questo disco lo è, troppo simile alle cose che suonano le Warpaint per avere vita propria. Ma non tutto deve rimanere per sempre: se Me without you ha il pregio di raccontare cosa sono certe amicizie femminili e com’è che si cresce senza neanche riuscire ad allontanarsi abbastanza, “right on!” suona come tutte le ossessioni musicali a cui ritorni. Ci sono interi pezzi che ricordano troppo i New Order (“never”) o pure i Nirvana (“offerings” e il suo something in the way), ma è perchè quei pezzi sono entrati nel sangue della musicista senza neanche il bisogno di tatuarseli addosso. Lo sai, perchè è successo anche a te. Ti sei innamorato di un periodo storico perchè avevi i colori e la struttura adatta per farlo: hai imparato a muoverti guardando i video dei tuoi musicisti preferiti, ti sei trasferito in una città  e hai preso un nome diverso, finchè i gesti non sono diventati ogni giorno più fluidi, l’appartenenza ha perso il punto di domanda.

In questi giorni è uscito un libro che fa alla letteratura quello che jennylee fa alla musica: si chiama Città  in fiamme e la versione italiana conta quasi mille pagine; dentro c’è una New York che prende fuoco: è il 1977 e un ragazzo scopre un cadavere nel primo giorno dell’anno. Una narrazione tanto lunga e sentimentale ha qualcosa di poco accurato: c’è solo la sensualizzazione della nostalgia e i proiettili sparati nella neve di Central Park acquistano un valore erotico, senza che questo voglia dire altro. Un solo un gesto perfetto, la riscrittura di qualcosa che potrebbe essere già  avvenuto. Questa non è la Storia, questo non è il tempo: questo libro è un albero di natale che risale una avenue, un ragazzo innamorato e inadeguato, il ricordo di un bacio che esplode come verità  mentre un gruppo suona in un seminterrato: sul quel palco potrebbe salire jennylee e poco importa se le cronologie sono sballate o se sono eccessivamente perfette, questo non è che un video bidimensionale. Bello come un incendio visto da lontano.

Credit Foto: Mia Kirby