Il cappello e i capelli (lunghi) di Billy Corgan. La batteria di Jimmy Chamberlin. Il basso pulsante di D’Arcy. James Iha che si compra la sua prima chitarra, una Gibson Les Paul. Era il 28 maggio 1991. Usciva “Gish”, primo disco degli Smashing Pumpkins in formazione originale, chiamato così per via di Lilian Gish attrice del cinema muto che la nonna di Billy Corgan aveva intravisto un giorno passare in macchina vicino casa. Un esordio capace di vendere subito 450,000 copie e che oggi si aggira sul milione, registrato in un posto fortunato: gli Smart Studios di Butch Vig a Madison (Wisconsin) dove appena qualche mese prima i Nirvana avevano completato “Nevermind”. “Gish” ovvero l’album che ha trasformato gli Smashing Pumpkins da band underground che si esibiva a Chicago e dintorni davanti a trecento persone circa sedute in un bar a band destinata ad incamminarsi sulla via del successo.

Un disco polarizzante, della serie o lo ami o lo odi. Quello strano, che non tutti ricordano e che proprio per questo spicca nella discografia della truppa di Billy Corgan a fianco di fratelli minori molto più citati come “Siamese Dream” e “Mellon Collie And The Infinite Sadness”. Fatto di energia, vagonate di LSD, atmosfere e armonie, di canzoni dall’impianto semplice e diretto. Due chitarre, un basso, una batteria e poco altro che suonano come un sol uomo. E di precisione estrema negli arrangiamenti raggiunta anche grazie alla nota pignoleria di Butch Vig, produttore che amava fare maratone in studio da dodici- quattordici ore. Pare che Billy Corgan ancora si ricordi di aver passato otto interminabili orette a cantare la stessa canzone e forse non è un caso che i testi di questo primo album, cambiati fino all’ultimo secondo, siano rimasti per anni i più difficili da decifrare e ottenere (solo Billy li conosce sul serio dicevano i Pumpkins ai fan curiosi).

E’ difficile ascoltare “Gish” oggi senza cercare in ogni traccia il futuro musicale degli Smashing Pumpkins, sprazzi di quello che sarebbe successo dopo. Ci sono, è inevitabile: nel riverbero infinito di “Rhinoceros”, nel mood di “Tristessa” e “Siva”, in “Crush” e nell’epica “Snail”. Nell’atmosfera ipnotica di “Suffer”, nella potenza di “Bury Me” e nel crescendo di stilettate ripetute e impunite di “Window Paine”. Ma c’è anche altro: stupisce ad esempio notare quanto “Daydream / Silence” sia in debito con i Sonic Youth. Note a margine visto che stiamo parlando degli Smashing Pumpkins? Forse. Restiamo ai fatti allora. Venticinque anni dopo “Gish” è come quell’alunno dotato che va a una riunione di liceo e si rende conto che agli altri (fratelli minori inclusi) è andata un po’ meglio “… ma che qualcuno ricorda ancora e bene le sue grandi imprese. Un disco di una band compatta che suona bene insieme. Prima del successo stellare. Prima che l’armata Pumpkins iniziasse a vincere tutte le battaglie e a perdere i pezzi.

Smashing Pumpkins – “Gish”
Data di pubblicazione: 28 maggio 1991
Registrato: dicembre 1990 – marzo 1991 agli Smart Studios di Madison, WI
Tracce: 11
Lunghezza: 45:45
Etichetta: Hut / Caroline
Produttori: Butch Vig & Smashing Pumpkins

Tracklist
1. I am One
2. Siva
3. Rhinoceros
4. Bury Me
5. Crush
6. Suffer
7. Snail
8. Tristessa
9. Window Paine
10. Daydream /Silence
11. I’m going Crazy (hidden track)