Con brividi, ricordi ed emozioni a bizzeffe si riaffacciano dolce/prepotentemente gli anni Settanta dei voli fiabeschi del grande Progressive, e lo fanno per mano e suono dei romani Lateral Blast, formazione a sei che con il nuovo album, La luna nel pozzo, portano l’ascoltatore nel focus di una storia immaginifica, rarefatta, pindarica dove parole, sogni, colori sono la cloche del trip che guida lungo direttrici e traiettorie infinite.

Altro grande personaggio oltre alla bella voce espressiva di Rosa Zumpano è il flauto traverso suonato dalla stessa, grande protagonista dell’Era che fu e fattore di ricamo che stimola ancor di più a spiccare il volo verso le verticali di questo disco e poi rituffarsi a corpo morto dentro i gorghi profondi poetici che esso rivela.

I Lateral Blast riportano a galla gli splendori di Quella Vecchia Locanda, Dolce Acqua, Jumbo, Panna Fredda (per citarne alcuni) e tutto quel magistero di oniricità  maestosa, quel chiudere gli occhi ed essere subito in un’altra parte del cosmo senza muovere mai un passo. Stabiliscono un ponte tra irrealtà  e magia in maniera eccelsa Come nuvole, l’epicità  di Le urla dei bambini, l’armonia sotto vetro Io voglio volare, l’impeto Suite per lei, il diamante nero Scheletro (feat. Daniele Coccia del Muro del Canto) sono solamente alcuni esempi a ribadire di come la bellezza – fatta musica ““ non potrà  mai zittirsi, scomparire, morire. Disco DOC!