Il 2001 è stato l’anno in cui il mondo della musica ha riscoperto un certo tipo di rock. Viscerale, immediato, pochi strumenti ma quelli giusti. Quel rock che sembrava essersi smarrito facendo l’autostop lungo una Route 66 infestata da band nu metal. L’estate è stata la stagione chiave. Complice il solleone era uscito “Is This It” dei The Strokes e qualche settimana prima era toccato ai The White Stripes pubblicare il terzo album: “White Blood Cells”. Jack & Meg, che ancora dichiaravano al mondo di essere fratelli, cominciavano a soffrire per l’attenzione quasi morbosa di stampa e giornali insolitamente disposti a perdonare l’assenza di un bassista.

“White Blood Cells” ovvero: “Fell In Love With A Girl” il brano tormentone che ha cambiato per sempre la carriera dei White Stripes. Impossibile non ricordarlo con quel ritmo dannato che ti si stampava in testa come forse solo “Seven Nation Army” avrebbe fatto anni dopo (al netto di popopopo calcistico propiziatorio). Improvvisamente la musica di quei due era ovunque, non faceva prigionieri nè concedeva vie di scampo. Jack e Meg cominciavano a chiedersi a cosa avrebbero dovuto rinunciare per essere famosi e se erano davvero disposti a farlo. Nell’attesa si divertivano e, quando non si interrogavano con amarezza su matrimonio ““ tradimento ““ amicizie ““ donne – paranoia, si lasciavano andare a quei piccoli momenti pazzi (provare per credere “Aluminum” o “I Think I Smell A Rat”) che in seguito si sarebbero concessi di rado.

“White Blood Cells” era sexy. Un inno alla disorganizzazione organizzata. Prodotto da un Jack White che voleva assolutamente mantenere l’energia della band dal vivo e registrato in quattro giorni appena nonostante le mille perplessità  di Meg, che avrebbe voluto pensarci su. Niente di troppo pulito, niente di troppo perfetto. Faceva venire voglia di comprare un biglietto per Memphis, proseguire fino a Nashville e poi verso Detroit in un folle on the road alla ricerca dell’Hotel Yorba (leggenda voleva che i Beatles ci avessero passato una notte, in realtà  non ci avevano mai messo piede). Profumava di blues, ma sapeva di rock. Contaminato dal ritmo bestiale di una batteria e di una chitarra. La fine dell’innocenza e dell’indipendenza discografica per i White Stripes, ormai proiettati verso il successo con la S maiuscola.

The White Stripes ““ “White Blood Cells”
Data di pubblicazione: 3 luglio 2001
Registrato: Febbraio 2001, Easley-McCain Recording (Memphis)
Tracce: 16
Lunghezza: 40:25
Etichetta: Sympathy For The Record
Produttori: Jack White

Tracklist
1. Dead Leaves and the Dirty Ground
2. Hotel Yorba
3. I’m Finding It Harder to Be a Gentleman
4. Fell in Love with a Girl
5. Expecting
6. Little Room
7. The Union Forever
8. The Same Boy You’ve Always Known
9. We’re Going to Be Friends
10. Offend in Every Way
11. I Think I Smell a Rat
12. Aluminum
13. I Can’t Wait
14. Now Mary
15. I Can Learn
16. This Protector