Nel 1996 usciva “Tidal”, l’apprezzatissimo album di debutto di Fiona Apple contenente brani come “Sullen girl”, “Sleep to dream”, “Shadow Boxer”, “Criminal” e “Pale September”, per niente acerbi e che già  rispecchiavano fedelmente l’identità  artistica della cantante e pianista allora diciannovenne.

Quello che Fiona suona non è un riadattamento di generi che sanno di vecchia soffitta rispolverata (ciao Michael Bublè, se ci sei batti un colpo): il suo blues barra jazz barra pop è infatti estremamente personale e innovativo, per quanto sia orribile l’attributo “innovativo” in ambito musicale. Se a questi ingredienti magici si aggiunge una testa pensante di livello ben superiore a quello normalmente apprezzabile nello show business degli anni Novanta ““ ma anche attuale ““ viene da domandarsi come mai non sia una delle figure più acclamate del settore. La risposta sta nel fatto che Fiona Apple non è mai stata semplificabile nè riducibile ai minimi termini.

è la dimostrazione pratica di come va quando non si cede ai compromessi. I più ricorderanno il discorso in occasione del premio come Migliore Artista Emergente agli MTV Video Music Awards del 1997, nel quale non esitò ad esprimere ciò che riteneva deprecabile con un incipit bello diretto ( «This world is bullshit ») e un «Go with yourself » finale che più che un congedo era un invito a muso duro rivolto all’intera umanità . Inutile dire che le antipatie di giornali e amanti del bon ton hanno riecheggiato nei secoli dei secoli.

A vent’anni di distanza, però, non si può far altro che apprezzare. In quanti riescono a mettere in discussione davvero tutto, anche lo stesso palco che li sostiene? E per quanti questa messa in discussione non è una semplice richiesta di attenzioni ma una denuncia forte e genuina? Ben pochi.

Siamo nel 2016, Fiona Apple ha quasi 39 anni e quattro album alle spalle, ma le cose non sono affatto cambiate. è cambiato il suo indice di massa corporea, quello sì, e ha il viso di chi ne ha passate abbastanza, ma la personalità , la delicatezza e la grinta dei live sono esattamente le stesse di “Tidal”, solo con dello spessore in più. Una vera extraordinary machine.

Fiona Apple ““ “Tidal”
Data di pubblicazione: 23 luglio 1996
Registrato: 1995-1996
Tracce: 10
Etichetta: Work, Columbia
Produttori: Andrew Slater  

Tracklist
1. Sleep to Dream
2. Sullen Girl
3. Shadowboxer
4. Criminal
5. Slow Like Honey
6. The First Taste
7. Never Is a Promise
8. The Child Is Gone
9. Pale September
10. Carrion