Piccola metamorfosi di un artista. Questo è quello che viene in mente ascoltando “Golden Sings That Have Been Sung”, terzo disco del prodigio della sei corde a stelle e strisce Ryley Walker dopo “All Kinds Of You” e “Primrose Green” più svariati EP e diverse prove giovanili comparse su cassetta a tiratura limitata e limitatissima. Si dice che il secondo disco sia quello più difficile, ma nel caso di Ryley Walker è stato questo terzo album a creare problemi. Non volendo riproporre invariata la formula già  sperimentata nel 2014 e nel 2015, il musicista di Chicago ha deciso di cambiare registro e influenze.

Passando da quel folk che tanto doveva alla tradizione britannica (Bert Jansch e Nick Drake su tutti) a suoni e soluzioni più vicine all’indie folk di razza anche grazie alla scelta di Leroy Bach (ex Wilco) come produttore. Non una rivoluzione sia ben chiaro, ma appunto una metamorfosi. E se “The Roundabout”, “The Halfwit In Me” e “Age Old Tale” sembrano messe lì apposta per ricordare il recente passato, il resto dell’album non vive certo di rimpianti e malinconie. Il nuovo corso è rappresentato soprattutto da “A Choir Apart”, che mette insieme la sincerità  a cui Ryley Walker ha abituato con un arrangiamento inedito per lui. Tre i brani più riusciti: la “Funny Thing She Said” già  proposta dal vivo e qui rivista in chiave più riflessiva, l’intensa “Sullen Mind” e le storie a cuore aperto di “The Great And Undecided”.

Ma a stupire è soprattutto che Ryley Walker abbia deciso di mettere il proprio talento chitarristico al servizio delle canzoni, rinunciando spesso a virtuosismi da fingerpicker provetto in favore della semplicità . “Golden Sings That Have Been Sung” non è l’album perfetto nè vuole esserlo. Nato da una serie di idee estemporanee e meno rifinito di “All Kinds Of You” e “Primrose Green”, sembra proprio essere il classico disco di transizione. Un elegante passaggio di consegne tra passato e futuro. L’inizio di un nuovo capitolo nella carriera di Ryley Walker, che comunque dimostra ancora una volta il suo valore.

Credit Foto: Evan Jenkins