In questa estate 2016 il Perù è tornato prepotentemente centrale nella geografia musicale contemporanea: è stato prima il turno del producer dubstep londinese Mala che, con l’ottima incursione di “Mirrors”, ha dato un seguito allo splendido “Mala in Cuba” del 2012, mentre ora tornano i Dengue Dengue Dengue, duo di dj e produttori proveniente proprio da Lima, la capitale dell’esteso stato del Sud America: “Siete Raà­ces” arriva a tre anni dall’esordio “La Alianza Profana” e segna l’approdo alla label portoghese Enchufada.
L’originale ricetta dei due peruviani si arricchisce, in questo nuovo capitolo, di sfumature che la rendono, come e più del già  citato album di Mala, una vera boccata di aria fresca, una direzione inedita per le traiettoria della bass-music internazionale: senza mai scadere nella baracconata o nei peggiori stereotipi latino-americani, i Dengue Dengue Dengue confezionano un vero viaggio sonico, misterioso e concreto, umido, appiccicoso e notturno.
Anticipato dal singolo “Guarida” (affidato alla voce di Sara Van), verissima perla tra romanticismo ancestrale e visionaria apparenza, “Siete Raà­ces” incrocia i ritmi e le atmosfere della cumbia con dubstep, footwork e techno, sviluppando soluzioni nuove e avvincenti ad ogni brano: così “Yuyu” che apre il disco è un affondo quasi mistico nella tradizione, mentre altrove vengono approfonditi gli aspetti più percussivi (“R2”), più dub-oriented (“Murdah”, “Badman” e “Dubcharaca”), finanche più psichedelici (“La Rama de Tamarindo” o la conclusiva “Amazonia”) di una contaminazione straordinariamente felice.