La possibilità  di vedere The Rifles live mi è piovuta sulla testa per puro caso. Un click su Facebook, un contest in corso e taaac, due biglietti omaggio in arrivo. Tutto molto bello, a maggior ragione se la destinazione è uno dei locali più caratteristici di Londra, dove a suonare sono idoli di casa, portabandiera di quell’indie rock esploso a metà  degli anni 2000 e mai davvero assopitosi.

KOKO  è una di quelle venue iconiche per la scena musicale londinese, dicevo. Ricavata da un vecchio teatro, rappresenta il fiore all’occhiello dell’esperienza live della zona di Camden, con toni rosso scuro sul tappeto d’ingresso, sulle scalinate e la balconata da cui pendono drappi pesanti e visibilmente polverosi.

Quando vi faccio capolino, il primo supporting act della serata ““ The Repeat Offenders ““ sta già  smontando la propria strumentazione dopo il set, lasciando il posto agli Scarletinas, dei quali non conosco nulla. Jeans a zampa, capelli lunghi e look forgiato da uno strano compromesso tra Led Zeppelin e Nirvana, hanno una discreta dose di alcool in corpo e voglia di fare rumore. Suonano un set discreto, proponendo quello che credo sia il meglio della loro produzione fino ad oggi, e alternando buoni pezzi ad altri meno pungenti. Scivolano via nello spazio di un paio di pinte, insomma.

Scarletinas live Koko

Scarletinas

Arriva dunque il momento dei The Rifles, di cui ““ lo ammetto ““ conoscevo poco. Indie rock band relativamente giovane, “i fucili” hanno un bel seguito in Gran Bretagna e lo capisco guardandomi attorno e scorgendo volti non proprio freschi tra la folla. Suonano alla vecchia maniera, due chitarre, basso, batteria e tastiere. Proprio il tastierista, Dean Mumford, è il più acclamato in platea, con la dedica di continui cori da stadio mentre lui se la ride e sfoggia un completo in assoluto stile mod, con union jack stampata sulla giacca.

Il set è ben curato e alterna i pezzi del nuovo album, “Big Life”, a cavalli di battaglia quali “The Great Escape”, “Peace And Quiet”, “History”. C’è anche un mini intervallo acustico di assoluto spessore, quando Joel Stoker imbraccia l’acustica e in coppia con Lucas Crowther e suona “Victoria”, “Young For A Day”, “Spend A Lifetime”. E’ a questo punto che l’anima più spiccatamente Britpop dei The Rifles emerge, in un tutt’uno con un’audience elettrizzata dall’incedere del concerto che porterà  di li a poco a un’esplosione di guitar indie rock e pogo.

The Rifles live Koko 2

The Rifles

Succede tutto verso il finale, quando i decibel scattano in avanti, mentre Stoker regala le varie “Winter Calls”, “Robin Hood”, “Sometimes” e “Romeo And Julie”, il cui loop finale riecheggia durante l’intera pausa. C’è tempo dunque per un corposo encore in cui la band si congeda con un’altra manciata di pezzi, dai toni al confine col punk di “Lucky Boy” alle chitarre più morbide di “She’s Got Standards”.

Poi i saluti e il quintetto a raccogliere meritati applausi per una splendida serata di musica. Contribuisco anche io, e altrimenti non potrebbe essere, vista la fortunata coincidenza di raccattare un biglietto omaggio dopo un semplice click su Facebook. Magia dei social media, che ““ ogni tanto ““ portano anche qualcosa di buono.