#10) POP X
Lesbianitj

[Bomba Dischi]

Un album che ha spaccato la musica italiana, il collettivo di Davide Panizza crea un’ opera straniante e surreale. Il disco è un omaggio drogato alla musica cantautoriale, e già  questo basta per trovarlo interessante: tuttavia non si limita ad omaggiare, ma crea e racconta una storia completamente nuova, e se la prima qualità  dell’arte è l’illusione, lasciamoci allora catturare dal mondo dei Pop x.

#9) TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI
Inumani

[Tempesta]

Davide Toffolo e la sua banda hanno girato e parecchio in questo 2016: “Inumani” è un lavoro splendido, un compendio, un tirar le somme di una carriera meravigliosa e importante per la nostra musica. La grande forza dei TARM è quella di non essere mai uguali a loro stessi, sempre diversi ma eccezionalmente sorprendenti canzone dopo canzone, album dopo album. Un gruppo, patrimonio della musica italiana, che è ora di scoprire, magari partendo proprio da Inumani.

#8) FRANKIE COSMOS
Next Thing

[Bayonet]

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Frankie Cosmos, nome d’arte di Greta Kline, è al suo album da sophomore, dove raggiunge una rotondità  e compattezza nel suono e i suoi testi rimangono delle poesie lunghe, confuse, in qualche modo assurde. La giovane cantautrice USA è la vera sorpresa e scommessa del panorama indie pop, il talento è tanto, Next Thing è veramente un gioiello piacevole da scoprire. La Kline ha anche un’altra qualità , quando ci si immerge nelle sue canzoni ci si sente come amici da una vita: prendetevi una birra e mettete su “Next Thing”, vi sentirete come in una riunione tra vecchi compagni.

#7) GIORGIENESS
La giusta distanza

[Woodoworm]

Alla settima posizione non può non finire un album che ha visto la luce dopo 4 anni di intenso lavoro. Giorgie D’Eraclea ci aveva regalato un EP ben tre anni fa, e tutti aspettavano il suo debutto ufficiale. Il debutto è vincente, e l’autrice ha saputo conquistare il pubblico, anche grazie all’enorme mole di live svolti negli ultimi anni. Il risultato ottenuto con “La Giusta Distanza” è lo stesso avuto da vostra nonna che sbadatamente lascia il lavandino aperto in bagno per due ore, tutto si allaga e Giorgie ha l’opportunità  di dire tutto come meglio può e lo fa veramente alla grande.

#6) BRIAN ENO
The Ship
[Warp]

Brian Eno è un genio, e il 24 febbraio scorso con “The Ship” ha dimostrato ancora una volta la sua grandezza. Il disco è un paesaggio, un dipinto innovativo, Brian Eno ci ha abituato da decenni all’innovazione, il suo linguaggio musicale è una continua ricerca e noi con lui ci mettiamo alla ricerca, soprattutto grazie alla sua musica. Aspettando il suo nuovo lavoro, godetevi questa creazione minimalista, un esperimento di cui tutti dovremmo far parte.

#5) MOTTA
La Fine Dei Vent’anni

[Woodworm]

La miglior opera prima al premio Tenco è effettivamente una gioia per la musica italiana: forse Francesco Motta non sarà  un personaggio adatto all’hype, ma ha una presenza musicale tutta da amare e scoprire a fondo. Per conoscere in maniera adeguata questo ragazzo sentitevi liberi di andare ai suoi live, il disco è l’espressione di una grande e spiccata dote artistica. Motta sa suonare e la sua musica è completa, fresca e profonda.

#4) CASS MCCOMBS
Mangy Love

[Anti]

L’ottava fatica del cantautore è una perla, forse ancora poco conosciuta in Italia, che merita un ascolto attento. I clichè del folk targato USA sono scardinati e bagnati da una lieve psichedelia, il disco presenta anche dei temi politici molto accesi, e nel complesso è come un bellissimo palazzo tutto da scoprire, stanza per stanza: non abbiate paura a chiudervi anche nei bagni di “Mangy Love”.

#3) BON IVER
22, A Million
[Jagjaguwar]

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Justin Vernon è un artista, perchè prende le incertezze, le stranezze della sua musica e crea un disco che testimonia quanto siano formidabili per un artista l’instabilità  e l’essere disorientati dalla propria musica. Se Kanye West ha definito Vernon come il suo artista vivente favorito, c’è un motivo, anzi un milione di motivi per consacrare i Bon Iver a band culto.

#2) NICK CAVE & THE BAD SEEDS
Skeleton tree
[Bad Seed Ltd]

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Il disco è una narrazione aperta sull’undiscovered country (la morte). Nick Cave, sconvolto dalla morte del figlio, racconta con dettagli magnetici e profondi come si vive, si sente e si reagisce ad una disgrazia, e lo fa con la sua arma migliore: la perfezione. Un secondo posto che sa di primo, chi non ha ascoltato ancora il disco, chiuda la pagina, chiuda internet, chiuda il cellulare e lasci spazio a “Skeleton Tree”.

#1) LEONARD COHEN
You want it darker

[Columbia Records]

Ho passato una notte a decidere se veramente il disco di Cohen fosse il migliore di quest’anno. Il 2016 che sta per concludersi li lega indissolubilmente alla morte, ma alla fine il cantautore canadese si è guadagnato la prima posizione. Cohen è andato via lasciandoci un testamento dove la sua voce è al centro insieme alla sua spiritualità  e a quel modo di fare musica cantautoriale unico, struggente e irripetibile.