“Youth Is Only Ever Fun When In Retrospect” è il disco d’esordio dei Sundara Karma, quartetto di Reading (UK) balzato effettivamente alla ribalta delle cronache UK dopo un quasi un triennio trascorso a scalare il successo sulla scena locale e quindi nazionale. Trattasi di una di quelle formazioni protagoniste di un percorso di crescita a tappe, talvolta più lento del previsto. Il cui LP di debutto sulla scena, per inciso, è riflesso di un vero e proprio processo di maturazione che non può non essere valutato nell’ottica di un insieme di brani plasmati prova dopo prova, live dopo live.

à‰ ciò che – a chi scrive – piace più di ogni altra cosa, perchè la band dell’eclettico frontman Oscar “Lulu” Pollock ha saputo costruire una personalitá attorno al nome Sundara Karma. Un insieme di vibrazioni da indie rockers consumati, attenti al look ma intenti ““ soprattutto ““ a far emozionare una platea più o meno giovane che, provare per credere, sembra essere rapita da quel che questi ragazzi hanno da dire una volta sul palco.

La bomba di questo disco esplode poco dopo aver premuto start. “A Young Understanding”, potente opening track giá uscita come singolo a Febbraio dello scorso anno, spiega le ali di Sundara Karma e la voce calda di Oscar. Poi è il turno di “Loveblood”, seguita a ruota dalla più delicata “Olympia”. La partenza è a razzo, insomma, tanto più che “Happy Family” dovrebbe rallentare il ritmo ma non fa altro che aumentare le pulsazioni di un album giá a questo punto sulla buona strada per guadagnarsi gli onori delle cronache. Torna alla mente una foto promozionale scattata con il quartetto vestito come una famiglia media degli anni ’80. Una di quelle foto un po’ stucchevoli, insomma, un (volutamente) ironico ritratto di casa, fatto di maglioni pesanti, acconciature imbarazzanti e sorrisi forzati. “Happy Family” sembra descrivere, uno per uno, i lineamenti di questa iconografia, tra liriche piuttosto dense e un senso di nostalgia e malinconia che nell’arpeggio di chitarra ricordano vagamente Kings Of Leon o, perchè no, Mumford & Sons. “Maybe we were disavowed / Careful what you wish for now / Nothing lasts forever, time will always take its toll”, canta Oscar, e tutto suona quasi come un monito.

Il resto è un’altalena di emozioni e visioni. Le giá solide “Flame”, “She Said” e “Vivienne” fanno drizzare le antenne una volta ancora ““ se mai ve ne fosse il bisogno. “Lose the Feeling”, la dolce “Be Nobody” e soprattutto “Deep Relief” puntellano il percorso. Prima della gran chiusura, con Sundara Karma intenti a seguire il copione nel contesto di una produzione raffinata, indiscusso valore aggiunto nella somma finale.

A conti fatti, di band quali Sundara Karma c’è bisogno, eccome. Per la ventata di freschezza che questi ragazzi del Berkshire portano con sè, seppur rivisitando copioni evidentemente giá scritti. Ma anche, e soprattutto, per l’attenzione con cui il quartetto ha saputo conquistare gran parte dei propri fans a suon di due brillanti EP e una serie di singoloni che di diritto sono finiti dentro questo “Youth Is Only Ever Fun When In Retrospect”. Un long playing che, più che un album d’esordio, sembra rappresentare una sorta di greatest hits: una raccolta di successi fatti fiorire con pazienza da una banda di scanzonati sognatori.

Photo Credit: Annamaria Lopez