Il caso, si sà , porta spesso verso orizzonti improvvisi ed inesplorati, lì le parole diventano superflue, due sguardi che si sfiorano sono sufficienti per comunicare con la massima intensità  e, chiarezza.

Emiliana Torrini, oltre 20 anni di carriera alle spalle, islandese ma di padre italiano, timbro vocale unico, maestoso, debutta nel ’99 con la perla assoluta “Love in the Time of Science”, album di difficilissimo inquadramento stilistico, a cavallo tra downtempo, elettronica, jazz, trip hop; collaborazioni con artisti del calibro di Tears for Fears, Gus Gus, Thievery Corporation, Bill Callahan, è lei! nel 2003 a scrivere per Kylie Minogue il brano “Slow”.

Archiviato il suo ultimo album “Tookah” uscito nel 2013, Mr.s Torrini inizia nell’avventura di sperimentare nuovi incontri sonori casuali, dopo aver suonato con una gipsy band a Cordoba, una formazione jazz sperimentale a Berlino, un’orchestra sinfonica islandese di 60 elementi a Reykjavà­k, come per incanto si imbatte con due suoi fan, Jespers e Proesmans (fondatori di The Colorist Orchestra, ensemble belga), che le propongono di ascoltare delle loro personalissime reinterpretazioni di alcuni suoi brani, tra queste “Animal Games” che coglie subito nel segno.

La Torrini entusiasta, di lì a poco, gli affiderà  ben 15 brani da ricolorare; poi, i live, un’esperienza unica ed in un certo senso totalizzante.

L’album raccoglie tutto questo: undici brani rivisitati che tolgono letteralmente il fiato, in aggiunta due inediti “Nightfall” scritta a due mani con Kid Koala e “When We Dance” scritta con Jespers e Proesmans.

Il live album di Emiliana Torrini e The Colorist Orchestra uscito lo scorso 9 dicembre per Rough Trade è un diamante grezzo di rara bellezza che folgora la vista sin dal primo ascolto.