Prima di leggere una recensione su Mac DeMarco, avventuratevi nel web e andate a vedere ogni video postato dall’artista, che dimostra di essere un perfetto e meraviglioso idiota: lui è così, e proprio dalla sua semplice idiozia, che ci stampa un sorriso perenne in faccia, tira fuori This Old Dog, uno degli esempi di cantautorato migliori di questo 2017 e probabilmente di questi anni.

Mac DeMarco è perfetto per ogni atmosfera smorta e leggera, un”‘unione tra un pomeriggio di sole pallido e dei raggi di sole alla mattina che ti sbattono in faccia e ti svegliano con una grazia elefantina.
Il sound oscilla sulle corde di atmosfere da vecchio crooner imbottite dalle drum machine della Roland: sembra di trovarsi dinanzi ad un Neil Young meno analogico, e attualmente più acustico, concentrato sui suoi ventisei anni.

In “My Old Man”, viene fuori la sua riflessività : Someone familiar, but surely not me / For he can’t be me / Look how old and cold and tired And lonely he’s become / Not until you see / There’s a price tag hanging off of having all that fun. La sua età  lo preoccupa e la paura di diventare un “vecchio cane” è preponderante, ma accende in lui delle idee, che dall’alto del suo spirito canadese riesce a raccontare meravigliosamente.

Il suo soft-rock diventa un vangelo di spensieratezza, mai privo di spunti, e la sua anima contagiosa si riflette in 13 brani e 42 minuti di pura vitalità .
La lucidità  nel racconto della sua gioventù, quasi bruciata, è pari a quella di un testimone di un omicidio. Mi sono divertito a sovrapporre la sua voce a quella dell’unico testimone oculare dell’assassinio di Lincoln, ovvero Joseph Hazelton. La pallida lucidità  nei racconti è paurosamente analoga: il resoconto è dettagliato, chirurgico e DeMarco offre uno spettacolo, un teatro di dinamismo, amore e ansia.

Nel 2016 lui si è spostato nella giungla di LA e forse il disco è un antidoto a tutto questo, al caos infinito della California. L’album è molto introspettivo e si sposta sui binari di una riflessione su tutto ciò che lo circonda. Metterei lui fianco a fianco con Camus per parlare di cosa significhi sentirsi uno straniero, in una città  come LA o Parigi, nel caso dello scrittore. Camus precisava così sull’idea di sentirsi alieno al mondo che lo circondava: Uno straniero, chi può sapere cosa significa questa parola. In modo scherzoso, ma non troppo, possiamo accomunare le paure di Mac a quelle, ben più radicate, del francese.

Le linee di chitarra acustica, onnipresenti, rendono tutto classico e danno l’idea di un eterno ritorno a casa per l’artista. Il tono della voce è colloquiale, sembra veramente di stare davanti ad un interlocutore che ci racconta le sue malefatte. Mac DeMarco si fa uomo e ci racconta chi è, i suoi timori e le sue paure.
A wolf who wears sheep’s clothes ecco il bestiario musicale di Mac DeMarco: alzate l’audio e godetevi un mondo meravigliosamente truce.

Freud in un suo appunto ha scritto: Le mie Memorie, sebbene mi sforzassi di renderle concise al massimo, sono diventate più voluminose di quanto avrei voluto in origine. Si  possono quasi definire un breve romanzo familiare.. “This Old Dog” è un dizionario di ricordi lungo e ben suonato, da non perdere.

Photo Credit: Coley Brown