Cosa sono gli UNKLE? Il progetto, nato 25 anni fa dalle menti di James Lavelle e Tim Goldsworthy (i due fondatori della storica casa discografica Mo’Wax), non ha mai avuto una forma precisa e stabile. Ogni sua uscita discografica ““ dal capolavoro “Psyence Fiction” del 1998 al nuovo album “The Road: Part I” ““ è caratterizzata da collaboratori e generi diversi. I nomi illustri non sono mai mancati: artisti del calibro di Thom Yorke, DJ Shadow, Richard Ashcroft, Badly Drawn Boy, Josh Homme, Brian Eno, Jarvis Cocker, Robert Del Naja, Ian Astbury e Nick Cave hanno incrociato almeno una volta nella loro carriera la strada degli UNKLE. La possibilità  di fare affidamento su tanti grandi musicisti ha permesso a Lavelle ““ rimasto ormai l’unico titolare fisso del progetto ““ di dar vita a un crossover elettronico in continua evoluzione, contaminato dalle idee e dalle atmosfere portate in dote dai suoi innumerevoli featuring.

Sette anni fa usciva “Where Did The Night Fall”, probabilmente il disco più electro-rock degli UNKLE. Un lavoro lontano anni luce dagli esordi house, nel quale la forte impronta hip hop impressa dalla produzione di DJ Shadow su “Psyence Fiction” sembrava definitivamente esaurita. Nel nuovo “The Road: Part I” il processo di rinnovamento sonoro continua ma, allo stesso tempo, vengono recuperati alcuni elementi del passato: episodi trip hop come “Arms Length” e “Sunrise (Always Comes Around)” sembrano arrivare direttamente dagli anni ’90. L’appeal “discotecaro” dell’album si limita sostanzialmente a questi due brani; il resto di “The Road: Part I” è costituito perlopiù da ballate lente e riflessive, dominate da un pianoforte spettrale ed essenziale. Tra queste spiccano la radioheadiana “Sonata”, la suggestiva “Farewell” e l’interessante esperimento folk ““ hip hop “Cowboys Or Indians”. I ritmi diventano un po’ più movimentati solo con il garage di “No Where To Run/Bandits”, la psichedelia di “The Road” e il rock orientaleggiante, mistico e a metà  strada tra Led Zeppelin e Massive Attack del singolo “Looking For The Rain”, con alla voce un Mark Lanegan in gran spolvero.

Per “The Road: Part I”, James Lavelle ““ a esclusione del sopraccitato ex leader degli Screaming Trees ““ ha preferito collaborare con artisti talentuosi ma non conosciutissimi (tra i quali Eska, Elliott Power, Mink, Liela Moss, Keaton Henson e il polistrumentista Dhani Harrison, figlio del più noto George). Decisione coraggiosa ma comprensibile: i consueti nomi altisonanti, come già  accaduto in passato, avrebbero rischiato di far passare in secondo piano le canzoni e il lavoro dello stesso Lavelle. Il tentativo di creare un album più coeso e meno corale del solito, però, è riuscito solo a metà : “The Road: Part I” alterna momenti di ottima qualità  a riempitivi che rasentano la noia, lasciando un po’ di amaro in bocca a coloro che aspettavano novità  in casa UNKLE da sette anni.