Il 1997 è ancora un momento di grazia per il brit-pop, basti pensare ad uscite pesantissime come “Tellin’ Stories” dei Charlatans, “Be Here Now” degli Oasis o “Urban Hyms” dei Verve, solo per fare tre nomi, ma in realtà  è un anno che contiene già  in sè i “germi” di una mutazione che da li a poco farà  naufragare il brit-pop stesso (sempre che questa definizione poi abbia mai voluto dire realmente qualcosa), stiamo parlando di “Ok Computer” dei Radiohead. Al di là  di questi pesi massimi che abbiamo citato, naturalmente, c’era tutto un mondo di band che sgomitava per mettersi in luce e trovare il suo posto al sole. Una di queste erano i Travis.

Messi sotto contratto da Independiente Records sopratutto perchè il fondatore della label in questione, Andy MacDonald, si era letteralmente innamorato di loro, i nostri giovincelli scozzesi avevano esordito nell’ottobre del 1996 con la ruvida “All I Want To Do Is Rock”, tutta bella rumorosa e sferragliante, per poi continuare sullo stesso andazzo con “U16 Girls”, ancora più ridondante e ricca da cori da stadio, o da pub se vogliamo definirli così. Si, perchè i “primi” Travis non avevano ancora il tocco morbido e gentile che seppero poi trovare negli album successivi, ma anzi, volevano alzare a dovere il volume delle chitarre e anche la voce del nostro Fran Healy era spesso tutt’altro che ricca di grazia, ma anzi, piazzava qualche bell’urlaccio mica male, con vocalizzi pure un po’ sgraziati (ascoltare “Midsummer Night Dreamin'”, tanto per fare un esempio).

L’album d’esordio “Good Feeling” arrivò nel settembre del 1997, prodotto da un nome molto caro ai fan degli U2, ovvero Steve Lillywhite (sempre attentissimo alle ritmiche e a suo agio anche con chitarre non certo pulite) e raggiunse la nona posizione della classifica UK. Un discreto risultato per una formazione che non aveva poi ricevuto chissà  quali passaggi dalle radio britanniche. Influenze classiche per un disco di guitar-rock inglese, ovvero gente come Kinks, i soliti Beatles e ovviamente gli Oasis, che a quel tempo dettavano legge in fatto d’ispirazione. In realtà  il disco ha una prima parte tutta bella sonica e carica come una molla rock, poi c’è quella delizia del singolo “Tied To The 90’s” (in cui i nostri dimostrano che, quando vogliono, con le melodie ci vanno a nozze) che strizza l’occhio al pop e, successivamente, una seconda parte in cui (escludendo la frizzante “Happy”) i ritmi calano decisamente e compaiono ballate notturne (“Falling Down”) o zuccherose (“I Love You Always”). Sempre piacevole però quella chiusura distorta di “Funny Thing” che potrebbe appartenere pure ai Teenage Fanclub.

Non entrerà  certo nelle pietre miliari della loro discografia questo “Good Feeling”, ma è un primo passo onesto, sincero, barcollante a tratti, pure troppo rabbioso per chi li conosce solo dalle perle dei dischi più gettonati, ma non ci sentiamo certo di bocciarlo, anzi, i primi passi vanno sempre lodati e tutto sommato guardati anche con un certo affetto.

Data di pubblicazione: 8 settembre 1997
Tracce: 12
Durata: 49 minuti
Etichetta: Independiente
Produttore: Steve Lilywhite

Tracklist:
1. All I Want to Do Is Rock
2. U16 Girls
3. The Line Is Fine
4. Good Day to Die
5. Good Feeling
6. Midsummer Nights Dreamin’
7. Tied to the 90’s
8. I Love You Anyways
9. Happy
10. More Than Us
11. Falling Down
12. Funny Thing