Chelsea Wolfe continua il suo viaggio negli abissi con il nuovo album “Hiss Spun”, quinto episodio di una carriera in costante crescita. La cantautrice californiana – da quasi un decennio indiscussa regina gotica del rock ““ cede definitivamente al lato oscuro e dà  vita al suo lavoro più maturo e duro. Dietro la svolta metal c’è sicuramente lo zampino del produttore Kurt Ballou che, oltre a essere il chitarrista dei Converge, in passato è stato dietro al mixer con band non proprio “soft” come The Dillinger Escape Plan, High On Fire, Today Is The Day e Kvelertak. Grazie alla sua guida esperta e all’aiuto fornito da alcuni ospiti di primo livello (Troy Van Leeuwen dei Queens of the Stone Age e Aaron Turner, ex Isis), Chelsea Wolfe affronta i suoi demoni in dodici brani in bilico tra l’inferno di una musica heavy estremamente cupa e il paradiso della sua incredibile voce, fragile ed espressiva come non mai.

Il folk e la darkwave degli album precedenti cedono il passo a un lugubre impasto tra noise rock, doom e sludge metal. L’elettronica, che pure aveva ricoperto un ruolo centrale nell’ottimo “Abyss” del 2015, qui riesce a raggiungere il centro della scena solo in un paio di episodi puramente industrial (“Offering” e “Welt”). Il resto lo fanno tutto chitarra, basso e batteria: si passa dal lugubre stoner rock dell’apripista “Spun” al post metal melodico del singolo “16 Psyche”, dal furioso mix tra Portishead e Neurosis in “Vex” (le parti cantate in growl sono di Aaron Turner) all’apocalittica lentezza doom della catartica “The Culling”. Le canzoni di “Hiss Spun” sono avvolte in un pesante mantello di oscurità  e disperazione; solo la voce di Chelsea Wolfe riesce a portare un po’ di luce, grazie a una delicatezza e un’intensità  quasi unica nel suo genere: ascoltare la ballata dark “Twin Fawn” e l’inquietante folk di “Two Spirit” per credere. Se “Static Hum” è un crepuscolare omaggio post-grunge agli ingiustamente dimenticati Failure di “Fantastic Planet” e “Particle Flux” un rumoroso esperimento new wave, nella “dronica” e conclusiva “Scrape” emergono palesemente le influenze di due frontwomen tanto diverse quanto talentuose come PJ Harvey e Julie Christmas (l’anno scorso in compagnia dei Cult of Luna nel bellissimo “Mariner”).

“Hiss Spun” non delude le aspettative ““ già  molto alte dopo la grande prova di due anni fa con “Abyss” ““ e ci consegna un’autrice al massimo dell’ispirazione. In pochi al giorno d’oggi cantano l’oscurità  come Chelsea Wolfe, la migliore anima dark di questo 2017.

Photo: John Crawford