Boom! Gli OTHERKIN fanno il botto ed entrano al numero 2 della classifica irlandese (loro sono di Dublino) con l’esordio “OK”. E’ il segnale che il lavoro paga e che quel disco, di cui anche noi abbiamo parlato molto bene in fase di recensione, merita davvero attenzione e ascolti. Il 215 novembre i ragazzi saranno a Milano a gettarci addosso tutta la loro carica esplosiva, nel frattempo ecco cosa ci dice  il batterista Rob Summons…

Ciao ragazzi, come state?
Ciao Ricky! Qui è Rob degli OTHERKIN, attualmente ti sto scrivendo questo dal nostro tour-bus. Siamo in giro perchè stasera avremo uno show!

Ci dici com’è nata la band?
Gli OTHERKIN si sono formati circa 4 anni fa, ma il mio primo concerto fu quando avevo 13 anni, quello è stato anche il primo live di Conor & Dave (ora chitarrista e bassista degli OTHERKIN). Io suonavo in una band metal e altri ragazzi suonavano in una band indiepop. I ragazzi poi formarono gli OTHERKIN mentre vivevano a Toronto e io mi osno unito a lor una volta tornati a Dublino. E così il cerchio si è chiuso in modo perfetto!

Disco da pochissimo nei negozi. Immagino tante emozioni che vi passano per la mente…
Beh, siamo davvero elettrizzati: finalmente tuti lo possono ascoltare. E’ stato davvero un percorso sempre in crescita il nostro e ora siamo entusiasti di andare on the road e muovere il culo!

Ricordo di aver letto di voi ancora 2015: nessuna fretta, mi par di capire, di arrivare all’esordio. Cosa ne pensi e come descriveresti il suono dell’album in poche parole?
Penso che abbiamo davvero impiegato bene il nostro tempo, con cura: è il nostro primo disco ed era estremamente importante che suonasse come volevamo. Descriverlo? Beh, “pretty raw honest record“. Quattro migliori amici che fanno una musica rumorosa in un seminterrato.

Ho letto molti riferimenti alla tua musica, ma ammetto che spesso mi ricordate i Fidlar: mi sembra che condividiate lo stesso approccio alla musica!
Yeah Ricky, è vero, eppure siamo stati paragonati a loro poche volte! Sono una band incredibile e danno una grinta alla loro musica che ammiriamo. Il loro primo album è l’album è incredibile!

Il titolo dell’album è “OK”. è un titolo ironico perchè i tempi in cui viviamo ora non sono certo felici o volete comunque dimostrare che c’è sempre la necessità  di guardare le cose in modo positivo?
In realtà  si riferisce al nostro simbolo, che è la mano che fa l’ “OK”, ma è vero che viviamo in un momento tutt’altro che felice della storia. L’album, in sè, riguarda le ansie moderne, quindi immagino che, in un certo senso, il titolo che rappresenta anche una fuga da questo!

Non ho mai avuto la fortuna di vederti live (spero di farlo nel mese di novembre a Milano), ma guardando in Internet ho visto le vostre performance, davvero ricche di energia. Forse la cosa principale che avete voluto trasmettere al disco è proprio quella energia e quella determinazione, sbaglio?
Esattamente Ricky! Volevamo proprio che il nostro debutto fosse una rappresentazione accurata del nostro spettacolo dal vivo e che riuscisse a catturarne l’energia.

è vero che per scrivere l’album vi siete isolati in un luogo dove non c’era nemmeno internet?
Gran parte del disco è stata scritta a Cavan, una piccola città  in Irlanda. Eravamo in campagna senza internet, cosa che ci ha fatto tutti andare un po’ fuori di testa, ma ha anche portato a scrivere la maggior parte dei singoli sul nostro album!

Dimmi qualcosa che ti ha colpito nella registrazione del disco…
Molte delle voci sull’album sono letteralmente improvvisate: Luke appena entrato nella postazione vocale ha provato un sacco di cose e testi diversi. Penso che aggiunga un tocco di franchezza maggiore all’album e amiamo questa cosa.

Avete suonato anche con gli Ash, immagino che per le band emergenti irlandesi siano un vero esempio…
Sì, sono ragazzi fantastici e ci siamo incrociati in diversi festival. Una grande band da guardare con assoluta ammirazione!

Presto sarete in tour in Europa. Ho adorato il messaggio su Facebook dove invitate i vostri fan a dare consigli sulle città  in cui passerà  il tour. è una gran bella idea. Come è nata?
Beh, sai, in molte delle città  che stiamo per visitare nessuno di noi è mai stato prima, così, suppongo che non ci sia modo migliore per saperne di più proprio da una prospettiva locale!

Grazie ancora. con che canzone chiudiamo?
Ciao Ricky, direi che “Come On, Hello” sarebbe perfetta, ci vediamo a Milano!