Impossibile da descrivere, a livello emotivo e passionale, quello che queste due ciliege abbiano rappresentato per tantissimi appassionati di musica. La Sarah Records di Bristol va oltre il concetto di etichetta ed entra nell’immaginario personale come un compagno di vita, una realtà  a cui affidare sogni, emozioni, lacrime e gioie. 100 pubblicazioni che sono entrate nella storia e che hanno visto la prima (001) uscire il 14 novembre 1987, “Pristine Christine” dei  Sea Urchins (l’ultima fu la compilation “There and Back Again Lane” nell’agosto del 1995).
Eccoci, devoti e adoranti, a rendere omaggio a un pezzo di storia che compie trent’anni, stilando, senza nessuna velleità  di classifica, un piccolo e snello riassunto dell’etichetta, con 10 band tra le più meritevoli.

THE FIELD MICE

The Field Mice

La band di Bobby Wratten esordisce nel 1988 con il 7″ “Emma’s House” e poi nella sua carriera si destreggerà  con grazia ed eleganza assoluta tra diversi suoni e sonorità , tanto ballabili ed elettroniche quanto chitarristiche, struggenti o decisamente grintose, come la sonica “Sensitive”. 3 album per loro via Sarah.

BLUEBOY

Blueboy

Impossibile non perdersi nel mondo sognante e incantevole generato da Keith Girdler (venuto a mancare nel maggio del 2007 per malattia) e Paul Stewart, perchè realmente le carezze e l’eleganza twee di questa band non si fermano mai in superficie, ma arrivano dritte al cuore. Chitarre gentili e malinconia. Quando la parola indie-pop va davvero oltre al suo significato. Sono due gli album dei Blueboy usciti su Sarah, mentre “Clearer” è il loro esordio sull’etichetta, datato 1991.

SECRET SHINE

Secret Shine

Sfogliando nel catalogo della Sarah s’incontra anche il mondo shoegaze, che i Secret Shine rappresentano a dovere, diventanto anzi una di quelle band fondamentali assieme a MBV o Slowdive. “Untouched” (marzo 1993) è uno di quei dischi capaci di definire alla perfezione i dettami di un genere. “Loveblind” sa coniugare chitarre e melodia in modo superbo. Incanto allo stato puro.

EAST RIVER PIPE

East River Pipe

F.M. Cornog è un vero eroe. Uno con la vita incasinata, appesa a un filo, in mezzo a dipendenze e problemi vari, trova il riscatto nella musica e canta la sua vita da loser con una dignità  e un trasporto melodico che ci lascia ogni volta senza fiato. La scelta non può che cadere su “My Life Is Wrong”, un titolo che è tutto un programma. Il brano è sul lato B del singolo “She’s A Real Good Time” del 1993.

HEAVENLY

Heavenly

E’ la deliziosa Amelia Fletcher a guidare la truppa Heavenly, band devota a un sound che si posiziona tra il twee pop, il C86 sound e un ricercato lavoro vocale molto ’60s. Il primo singolo che esce per Sarah è “I Fell In Love Last Night” nel 1990, mentre noi scegliamo “Atta Girl” per mettere in luce il lato più ruvido ma ovviamente, delizioso e curatissimo, della band. Saranno 3 i dischi pubblicati per l’etichetta di Bristol, ma è doveroso ricordare anche il quarto album “Operation Heavenly” che uscì per Wiiija. La fine del gruppo, almeno con questo nome, fu segnata dalla morte di Mathew Fletcher, fratello di Amelia.

ANOTHER SUNNY DAY

Another Sunny Day

Ad ascoltarli così, senza nessuna indicazione, verrebbero in mente subito gli Smiths, magari qualche perla mai pubblicata o dei demo introvabili. Invece no, qui, negli Another Sunny Day, c’è la mano del buon Harvey Williams, tuttofare incredibile, perchè comunque ha messo il suo zampino anche in tante altre formazioni dai Blueboy ai Field Mice, giusto per citarne due. “Horseriding” è la b-side della classica “You Should All Be Murdered” uscita nel novembre 1989. Una buona manciata di brani per gli ASD, ma un solo album all’attivo, datato 1992, ovvero “London Weekend”.

THE ORCHIDS

The Orchids

Uno dei mie gruppi preferiti della Sarah. Partiti con una buona dose di malinconia guitar-pop hanno saputo poi inserire nel loro sound sperimentazioni ed elettronica, tanto che non è raro trovare anche basi più ballabili e lavorate con la tastiera. Inventiva e ottimo gusto melodico per questi ragazzi scozzesi che rispondono al nome di Orchids, che tengono fede al fatto che dalla Scozia, in ambito musicale, arrivano davvero le perle migliori. Una valanga di singoli ed EP e 3 album per Sarah, ma anche una carriera che prosegue tutt’ora, con la Cherry Red che ha appena dato alle stampe la pregevole raccolta “Who Needs Tomorrow…A 30 Year Retrospective”. “It’s Only Obvious” apre quell’incanto di album che si chiama “Lyceum”, datato agosto 1989.

ETERNAL

Eternal

Un singolo solo per gli Eternal, ma di fatto è già  nella storia. La formazione è infatti il trampolino di lancio che permette a Christian Savill di entrare poi, successivamente, negli Slowdive. Con lui anche Stuart Wilkinson e Michael Warner, ma anche Sean Hewson, che poi con lo stesso Savill darà  vita ai Monster Movie. Chitarre sognanti, riverberate, una melodia che inesorabilmente si fa strada e un sound che dimostra magicamente di andare oltre a un livello di registrazione sicuramente basso. “Breathe” che da il titolo a questo 7″, uscito nel giugno del 1990, parte morbida e avvolgente per poi, da metà , colpirci in pieno volto con la distorsione totale. Un brano visionario.

THE SWEETEST ACHE

The Sweetest Ache

Incredibile quanto abbia amato il primo album degli Sweetest Ache e quanto invece abbia odiato il pessimo secondo disco “Grass roots”, che comunque non uscì per Sarah, giusto dirlo. 3 singoli che mostravano un sound decisamente classico per l’etichetta, con un guitar-pop evocativo, rimandi ’60s e questa capacità  di creare delicate atmosfere tra accenni d’organo e arpeggi di chitarra. Dopo questi biglietti da vista ecco l’esordio “Jaguar” (estate 1992) che non delude le attese, anzi, se dovessi indicare un disco assolutamente rappresentativo per la Sarah Records, confesso che non avrei problemi ad indicare proprio questo. “Climbing” è forse uno dei brani appena più positivi in un disco sicuramente malinconico.

BRIGHTER

Brighter

Chiedetemi tutto, ma non fatemi domande sui Brighter, perchè non mi sarebbe possibile rispondervi. Troppo forte è la carica emotiva ed empatica che la band di Alison Cousens, Keris Howard e Alex Sharkey ha creato in me. Non credo che esista niente di più naturale della pelle d’oca che si prova ascoltando qualsiasi loro brano: musica per cuori infranti, per sogni, tristezze, lacrime e sguardi che s’incontrano e poi si abbassano. 3 7″, un mini-lp e un 10″ targati Sarah Records e una breve carriera che si dipana dal 1989 al 1993. Usare la parola jangle-pop poi è assolutamente riduttivo, perchè i Brighter sono stati un concentrato di interferenze musicali, filtrate in modo sublime. Ecco, sto iniziando a perdermi nei miei discorsi e non è questo il momento. Ora c’è solo “Christmas”…