“Screen Memories” è un album pieno di presunti arrivi e richiami del tempo,  John Maus ci porta alla ricerca di galassie smarrite.

La prima traccia “The Combine” sarebbe perfetta per un remake di “Escape from New York” di John Carpenter. Scorre in modo quasi operistico, con un’elettronica da sala barocca; pronti all’incoronazione, tutti i presenti sono solenni, ma poi all’improvviso, come un piatto rotto, si spezza il silenzio da galateo e l’atmosfera cambia, purtroppo si rompe con “Teenage Witch”. I nodi non vengono al pettine John, gli spettri ora sembrano pericolosi nei vicoli galattici dimenticati; si cerca di accelerare per scappare, ma girandoci nel buio l’immagine è sfocata e il brano non esplode.

“Touchdown” sarebbe un punto d’arrivo, ma in questo pezzo la meta non si trova e ricorda troppo New order e Kraftwerk in tono molto minore. Una bella scrollata ce la dà  “Find Out”, nella quale ritroviamo un post punk piacevole, più identificativo. Grazie alla scelta azzeccata dell’inserimento di una chitarra, con un solo più lungo, sono rese più godibili le sfumature volute del genere.

Essere così quadrati, quasi allo stremo, in ambito stilistico-musicale forse oggi paga meno rispetto al passato ed è un peccato che Maus abbia questa ostinazione, visti gli ottimi lavori dell’inizio. Dopo sei anni di silenzio e la consacrazione alle porte, c’era da dare di più.