Quante grandi band indie rock ha sfornato il Canada nei primi anni Duemila? Troppe per elencarle tutte: oltre alle superstar  Arcade Fire, impossibile non citare altri pezzi da novanta come The New Pornographers,  Broken Social Scene,  Metric  Stars. Proprio questi ultimi hanno conosciuto il loro momento migliore nello scorso decennio, producendo almeno due album (“Heart” del 2003 e “Set Yourself On Fire” del 2004) assolutamente degni di nota. Seguendo la scia di altri colleghi più illustri (vedi Arcade Fire), con il passare del tempo anche gli Stars hanno introdotto sempre più elettronica nella loro raffinata e barocca ricetta pop rock, fino a sfociare negli evidenti richiami alla disco music e alla dance nel non troppo convincente “No One Is Lost” del 2014.

Nel nuovo  “There Is No Love In Fluorescent Light”, primo album con l’etichetta canadese Last Gang Records, gli Stars tornano a navigare in acque a loro più familiari. La vena synth pop è ancora viva e pulsante (“Real Thing”, “Losing To You”,  “Hope Avenue”), ma per l’occasione a fare la parte da leone è un pop rock al passo coi tempi, non troppo coraggioso ma sicuramente interessante. Le voci di  Torquil Campbell  Amy Millan  si intrecciano in dodici brani in perenne equilibrio tra l’energia dello stadium rock più elegante (“Privilege”,  “Fluorescent Light”,  “Alone”) e l’antica passione per il dream pop britannico (“California, I Love That Name”, “On The Hills”, la meravigliosa “The Maze”). Tra tanta grazia c’è spazio anche per la dolcezza del pianoforte di “The Gift Of Love” e i toni epici della conclusiva “Wanderers”, una non troppo rilassata ballata dal gusto baroque pop in cui gli archi occupano il centro della scena.

Con “There Is No Love In Fluorescent Light” gli Stars hanno realizzato un buon album mantenendo un profilo basso e senza tentare alcun tipo di rivoluzione sonora. Le canzoni hanno tutti gli ingredienti adatti per convincere i vecchi fan e conquistarne di nuovi, ma la mancanza di vere sorprese dopo quasi un’ora di musica tende ad annoiare anche l’ascoltatore più entusiasta.