Un eterno sognatore adolescente e autodistruttivo dove potrebbe morire? Marbella è la città  ideale per la fine. Cerveza, ragazze e finte dottrine. Rick Parfitt non è più tra noi da un anno, dopo una vita da finto eroe, ma nella musica lo è stato eccome.

 

SOMETHING BOUT YOU BABY I LIKE

1981, dal disco “Never too late”

Ballata rock’n’roll, scorrono fiumi di birra, sfide di freccette leggendarie si susseguono, la serata scorre con qualche rissa e la mia baby mi piace.

WHAT YOU’RE PROPOSING

1980, dal disco “Just supposin'”

Le chitarre si incrociano come in un brindisi scrosciante, arriva la notte, il circo è pronto per smontare. Proponiamo un altro calice, perchè la vita scorra come Dio vuole.

BREAK THE RULES

1974, dal disco “QUO”

Il country sbadigliante racconta una storia di quartiere, il solo dell’armonica sfoga la nostra frustrazione. Rick Parfitt e Fracis Rossi, le due chitarre del west, precursori di un modo di suonare, si sfidano entrando una nell’altra, componendo cavalcate infinite.

AGAIN AND AGAIN

1978, dal disco “If you can’t stand the heat”

Un inizio surreale, quasi una nuova psichedelia, ma no ragazzi, dopo pochi secondi parte il solito rock and blues; forse con questo pezzo gli Inglesi battono gli Americani 1 a 0.

CAROLINE

1973, dal disco “Hello!”

Una cavalla di razza per la scuderia Status Quo, Caroline è sul punto di partenza, calda, il quadricipite scalpita. C’è una curva in salita, ma Carolina ce la farà : è la vita.

PAPER PLANE

1972, dal disco “Piledriver”

Cominciava la strada delle schitarrate, c’era ancora un alone post Beatles che caratterizzava tutte le band britanniche che iniziavano la loro carriera a fine anni ’60, ma gli Status Quo avevano fatto un patto con il rock’n’roll – anche i Genesis al primo album sembravano i Beatles.

IN THE ARMY NOW

1986, dal disco “In the army now”

Era un anno di transizione il 1986, le band sperimentavano molto, il pop la faceva da padrone, ma la genialità  dei Quo sorprende ancora. “In the army now” è una marcia scordata che prende in giro la Guerra fredda, stacchi, riprese, urla, racconta la caoticità  di quegli anni. Con uno humor inglese e la fame di una band che sembra avere ancora vent’anni. Forse l’alcol e le droghe sbandavano Rick Parfitt, ma il suo riff era sempre una sentenza. Con questo pezzo si possono macinare miglia su miglia senza fatica.

DON’T DRIVE MY CAR

1980, dal disco “Just supposin'”

Un ammiccamento ci avvicina al momento, saltiamo in avanti con le gambe mezze divaricate e con il sedere all’indietro. L’amico ha comprato una nuova auto fiammante, donna occhio oggi la macchina la compro anche io, non guidare la mia auto. Da ora in poi ho un’altra pupa.

PICTURES OF MATCHSTICK MEN

1968, dal disco “Picturesque Matchstickable Messages”

Sono stati anche psichedelici, sognanti, anche loro avevano i capelli a caschetto agli inizi, che fumavano idee. Un mondo stravagante, fatto di nuovi colori, nuove distorsioni, ci catapultano nel nuovo mondo. Sfide con hit dall’alta classifica e idee strampalate, basta con le cannonate!

WHATEVER YOU WANT

1979, dal disco “Whatever you want”

Signore e signori, il manifesto musicale degli Status Quo. “Whatever you want” ti provoca, ti ammalia, ecco qui l’altra chitarra ci guida verso qualcosa, poi entra la batteria che scandisce il momento e arriva finalmente l’agognato successo.

Botte e risposte tra canti e cori, lunghi riff per non finire in fondo all’oceano, coloriamo il nostro palcoscenico con un finto charme condito dal magico blues.

Photo: Alfred Nitsch / CC BY-SA 3.0 AT