Il brivido felpato ci gratta la schiena, il Synth ancora esiste come si usava una volta, con un suono così compresso da svolazzare nella stanza. Gli anni ’80 vengono rinnegati, ma i suoni sono arrivati da qualche parte e Liima non li rinnega di certo.

Il brano “1982”, che apre l’album, sa tanto di Synth pop condito da cori che esplodono come in uno stadio. Il secondo brano ci porta nella magia, con un doppio senso (forse non voluto) Liima chiama il brano “David Copperfield” e Copperfield nel 1983 fece sparire in un numero di illusione la Statua della libertà .

L’album “1982” è come una conta che inizia per indicare un punto, un presunto arrivo che si dissolve e riappare come una sinfonia scrosciante in un applauso o così in bilico da rimanere su una linea, alla ricerca di una stabilità  sonora confortante.

L’atmosfera si increspa un po’ con “People Like you”, fluttua come aquilone impazzito, tracciando linee immaginarie che si ripetono come un flash, poi siamo di colpo come in un film noir: fermi, immobili, così impostati per la paura di muoversi.

“Kirby’s dream land” sembra come la linea del monitor dei parametri vitali: prima mossa, poi calma, si ingrossa, poi si appiattisce; fine il suono si arresta come a volte la vita. Sei fuori da casa tua, come un fantasma osservi te nella tua camera, ricordi quell’albero, ma anche se adesso non ci sei, il ragazzo del giornale continuerà  a passare, come la musica può passare, ma torna sempre.

“My Mind is yours”, chiude l’album, sembra un rito tribale in riva al mare. La casa è a pochi metri, gli amici ti chiamano, lei ti guarda con quello sguardo sospeso; ora sei pronto per il fatidico ritorno. Rewind, 1982.