Menzione d’onore:

King Krule – “The Ooz”
The XX – “I See You”
Spoon – “Hot Thoughts”
Mogwai – “Every Country’s Sun”
Sonic Jesus – “Grace”
Death of Lovers – “The Acrobat”
Sohn – “Rennen”
Mew – “Visuals”
Queens of the Stone Age – “Villains”
Chelsea Wolfe – “Hiss Spun”
Godspeed You, Black Emperor! – “Luciferian Towers”
Afghan Whigs – “In Spades”

#10) FOREST SWORDS
Compassion
[Ninja Tune]
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La tribù di un solo uomo

Il totem elettronico dietro il quale si cela Matthew Barnes giunge a fulgida compiutezza, inanellando una serie di stoiche composizioni che racchiudono tutto il suo “pensiero” e la sua poetica, a cavallo tra tribalismi etnico-futuristici e un urbanesimo electro sfregiato da foschi presagi post-uomo.

#9) THE HORRORS
V
[Wolf Tone]
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Cinque, Nessuno, Centomila

Sempre diversi eppure sempre fedeli a se stessi, la combriccola capitanata da Faris Badwan, allontanandosi in parte della neo-psichedelia del disco precedente, giunge ad un altro semi-capolavoro stavolta irto di suadenti e poderosi numeri electro-rock.

#8) PROTOMARTYR
Relatives In Descent
[Domino]

L’età  delle trombe d’aria

Il quartetto di Detroit alla sua prova più convincente e drammatica. Uno sguardo torvo alle coltri cannibali ed involute del domani, una carezza elegantemente trasandata che svela le rovine di un futuro passato.

#7) ARCA
Arca
[XL]
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Il corpo e la voce

Il nuovo lavoro di Alejandro Ghersi, vero nome di Arca, proietta il suo protagonista in un più “veritiero” e viscerale contesto song-oriented, trasportando le contorte intuizioni da producer avanguardista tra le dense trame di confessioni crude e sensuali.

#6) PAOLO BENVEGNU
H3+
[Woodworm]

No drinks no food still water falls

Il viaggio oltre-cosmico del cantautore ex-Scisma – qui più che mai poeta – e i suoi sodali, verso il Nulla, verso il Tutto.

#5) SLOWDIVE  
Slowdive 
[Dead Oceans]
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Cenere di stelle

L’abbagliante ritorno dopo più di un ventennio degli dei primigeni dello Shoegaze. Il sigillo del ritorno di un’era. La vittoria finale dell’Amore sul Tempo.

#4) ZOLA JESUS
Okovi
[SACRED BONES]

L’alba della Notte

La nuova veste notturna della redenta reginetta dark, tra echi dei vecchi fasti e una presa sicura sul presente.

#3) The National  
Sleep Well Beast
[4AD]
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Il lungo addio

Infallibili e puntuali, gli americani dimostrano di saper ricorrere a piccole sperimentazioni, senza che il loro songwriting ad alto tasso emozionale venga minimamente intaccato.

#2) ULVER
The Assassination of Julius Caesar
[House of Mythology]

La caduta di Roma e altre storie

Ennesima immensa prova di cuore e di testa dei Lupi Norvegesi, qui capaci di cesellare un’elegante forma musicale synth-pop adagiata su visioni storiche come metafore della Decadenza del mondo.

#1) ALGIERS
The Underside Of Power
[Matador]
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Il passo della pantera

Unici nel panorama musicale americano e internazionale, la band proveniente da Atlanta (escluso il britannico Matt Tong ex-Bloc Party), qui al secondo Lp, offre un mix sempre più affilato di post-punk, elettronica industriale e gospel-rock anti-capitalista, tanto parossistico e furente quanto mai, e dico mai retorico, sempre ferocemente calibrato.