Tappa milanese per i Belle and Sebastian, in un Fabrique chiuso per metà , a supporto di questa tripla pubblicazione di Ep, una sorta di “pizza con tripla pasta”. Per me era la prima con il gruppo scozzese e ho trovato davvero una grande famiglia sul palco, 9 musicisti con gusto sopraffino che si passano gli strumenti come non mai. Uno Stuart Mardoch in stato di grazia: eccentrico, istrionico, danzereccio, un periodo felice della sua vita portato sul palco con il suo gruppo preferito . L’ultima volta a Milano fu 8 anni fa e, nel frattempo, ha raccontato di avere avuto due figli da una moglie siciliana, un grande intrattenitore, su “The Boy with the Arab Strap” ha fatto salire ‘on stage’ una quindicina di ragazzi a ballare, nulla da dire, un vero showman.

I B&S non li scopriamo certo oggi, sono uno dei gruppi più importanti e influenti degli ultimi 20 anni, sono e saranno, con pieno merito, nel libri di scuola, detto questo, in passato mi erano giunte voci di performance live non così all’altezza delle aspettative. Stasera tale voce non è stata rispettata.

La scaletta, come da copione con le date precedenti, è sui 18 pezzi pescati, più o meno, da tutti i dischi. Loro, a differenza di altri tour, variano spesso ogni sera, per non fare scattare l’effetto noia (i primi che si devono divertire sono loro). Mancano all’appello alcune hit (penso a “Like Dylan in the Movies”, “A Fox in the Snow” o “Another Sunny Day”) ma c’è spazio però per una “She’s Losing It” d’annata o una “Summer Wasting” dal famoso disco verde che li ha fatti conoscere al grande pubblico.

Concerto da prima pagina, lo stesso leader ha vociferato di un possibile ritorno quest’estate. A posto.

Photo: Andy Witchger / CC BY