Ogni album dei No Age è un’altalena tra rumore e melodia. Quando dieci anni fa il duo californiano composto da Dean Spunt (batteria e voce) e Randy Randall (chitarra) arrivò al debutto sulla lunga distanza con l’incensatissimo “Nouns”, la bilancia pendeva pesantemente verso il primo elemento. Sotto muri di feedback e distorsioni sfrigolanti, però, c’è sempre stata un’indomita anima pop che ha definitivamente preso il sopravvento in “An Object”, l’ultimo album pubblicato per la Sub Pop nel 2013. Un lavoro sperimentale e meno immediato del solito nel quale i No Age, con grande coraggio e forse un po’ troppa ambizione, hanno dimostrato di essere qualcosa di più che un semplice gruppo punk votato all’etica del Do It Yourself e alla bassa fedeltà .

A cinque anni di distanza, freschi di un nuovo contratto discografico con l’indipendente e anti-streaming Drag City, Spunt e Randall tornano parzialmente sui loro passi con “Snares Like A Haircut”. Alla base dei dodici brani in scaletta c’è una ritrovata essenzialità : dinamismo ed energia sono i due termini che balzano immediatamente in mente ascoltando il caotico noise/dream pop di “Cruise Control”, “Stuck In The Changer” e “Drippy”. L’esperienza di “An Object” non è però stata assolutamente messa da parte, e di tanto in tanto i due losangelini continuano a concedersi qualche momento più avventuroso. Sparsi per l’album fanno la loro comparsa tracce di ambient (le strumentali “Snares Like A Haircut” e “Third Grade Rave”) e grezzissimo shoegaze, in bilico tra atmosfere rarefatte alla My Bloody Valentine e pulsanti beat motorik (“Squashed” e “Primitive Plus”). Ma come già  detto sono semplicità  e massimo impatto le caratteristiche principali di “Snares Like A Haircut”, che trova nel punk rock/lo-fi tiratissimo e senza fronzoli di “Tidal”, “Popper” e “Secret Swamp” i suoi momenti più interessanti.

Con una produzione levigata e attenta a smussare gli aspetti più ruvidi, buona parte di queste nuove canzoni magari avrebbe permesso a Spunt e Randall di imboccare la strada dorata dell’alternative rock da classifica. Fortunatamente i No Age, ultimi incorruttibili paladini del D.I.Y., preferiscono la coerenza e, invece di cercare una via facile per il successo, continuano a sfornare ottimi dischi.