Calibro 35. Una band che ho sempre rispettato, soprattutto per i musicisti impeccabili che ne fanno parte, ma che nella loro carriera musicale non mi avevano soddisfatto purtroppo, per un cambiamento sonoro quasi assente nel corso della loro discografia, ma adesso mi rimangio la parola: qualche giorno fa è uscito il loro nuovo album, “Decade”, e sono qui per parlarvene e lodarlo.

Un album un po’ ostico di primo acchito, ma che ad ogni ascolto migliora sempre di più ed è un pregio non poco indifferente. Partiamo da “Psycheground”, la prima traccia del disco, in cui si percepisce un atteggiamento nuovo, figlio del loro disco precedente “S.P.A.C.E.”, ma che ora sboccia in tutta la sua interezza e meraviglia, passando poi per “SuperStudio”, il pezzo che unisce il passato dei Calibro con la novità  che contraddistingue oggi la band, fino alla tripletta micidiale, ovvero (a mio parere) i pezzi più belli di questo disco, “Faster Faster!”, “Pragma” e “Modulor”, che qui riescono a tirare fuori il meglio dei musicisti e di un collettivo che si esprime con una simbiosi tale da andare oltre quanto fatto finora, come se ci fossero davvero dei “nuovi” Calibro 35,   il che è un bene, perchè riescono a rinnovarsi nonostante l’età , maturata in una “Decade”, e riescono sviluppare un nuovo approccio musicale.

Cosa vi posso dire, non ci sono difetti, ma un grande cambiamento che per me era necessario e soprattutto desiderato da tempo. Questo è “il disco” della carriera: curato, ostico a tratti, innovativo per la band e per i fan. Siamo a febbraio, lo so, ma qui ci troviamo di fronte a uno dei dischi dell’anno, ascoltatevelo e gustatevelo fino in fondo come un vino rosso, invecchiato nella sua pregiata botte.