In realtà  basta veramente poco per essere assorbiti dall’ultimo ed incredibile lavoro dei Blurred City Lights, basta effettivamente solo un ascolto.
Quello che i due esperti polistrumentisti ci propongono con “Volker” è un mix di genialità  pura che si condensa in un impeccabile lavoro di dettaglio, differenziandosi dalle orde di improvvisati vari di quest’era, la nostra, ricca di emulatori di band, suoni facili e quant’altro. Dico questo per dare atto e rafforzare il merito a questo progetto che, grazie ad un paesaggio sonoro elettronico, moderno e con forti influenze Shoegaze, riesce a differenziarsi alla grande e a rendere interessante un genere che, anche se con un bel po’ di esperienza sulle spalle, colpisce ancora al cuore facendoci sognare alla grande.

La band nasce nel 2013 dalla collaborazione chiave tra il polistrumentista Polacco Jarek Leskiewicz e (allacciate le cinture) Dean Garcia ovvero il fondatore e membro dei Curve, gruppo dalle enigmatiche atmosfere electro, dream pop e shoegaze, considerato tra i più influenti degli anni ’90. Lo stesso Garcia è presente come bassista negli album “Touch” e “Be Yourself Tonight” degli Eurythmics, inoltre nel corso degli anni è stato coinvolto in una miriade di progetti, in particolare nell’interessante shoegazing band SPC ECO che lo vede protagonista assieme alla figlia Rose Berlin (la stessa presente proprio anche in questo ultimo album dei Blurred City Lights).

Il primo EP “Neon Glow”, pubblicato subito agli esordi, precede il debutto ufficiale “Anamorphic” del 2014 nel quale una miscela variegata di generi alla Pink Floyd e Massive Attack veniva amalgamata alla perfezione concretizzando epicamente lo scopo sonoro dei due polistrumentisti.
Con l’ultimo lavoro “Volker”, Garcia e Leskiewicz si elevano ulteriormente portando la propria musica ad uno strato superiore. Un risultato riuscito proprio grazie alla stretta collaborazione negli anni dei due artisti che ora risultano essere al top della loro maturità  musicale.
L’attenzione impeccabile per i dettagli, la collaborazione con vari artisti presenti nell’album come “‘guests’, gli arrangiamenti precisi che tessono una melodica e sognante atmosfera presente dalla prima all’ultima traccia, tutto è perfettamente incastrato all’unisono e catalizzato dalla chimica ineguagliabile tra questi due artisti. Le voci, in secondo piano, semi nascoste ma allo stesso tempo presenti, da quella baritonale ed oscura di Jarek a quella quasi celestiale di Rose Berlin, il tutto riesce a modellare con particolare precisione un disco da avere assolutamente.

Rassegnatevi però perchè non riuscirete a distinguere alla perfezione il paesaggio dipinto da Dean Garcia e Jarek Leskiewicz con “Volker”, forse perchè le luci sfuocate della loro città  vi confonderanno continuamente, catapultandovi in una dimensione ultraterrena, sognante, a tratti ipnotica, che richiede pazienza e vera passione per la musica.
Di album così ne vogliamo ancora, ne vogliamo sempre di più.