Qualcuno ricorderà  i Rumor per “Il Grande Salto”, brano con cui hanno partecipato a Sanremo Giovani nel 2015 che aveva colpito per la grande maturità  con cui Elia Anelli e Marco Platini (entrambi classe 1991) si erano proposti a un pubblico non semplice come quello italian -televisivo. Dopo due anni passati a far concerti in Italia e all’estero arriva l’album d’esordio che conferma quanto di buono si era già  sentito in quei quattro minuti di musica e nei due EP precedenti (“Prima” e “Pois” pubblicati tra il 2010 e il 2014).

“Ti ho visto ad alta voce” è un album che mette insieme stili diversi amalgamandoli in modo non banale nè scontato. Chitarra elettrica, basso e sintetizzatori sono solo il punto di partenza per un viaggio di ampio respiro che inizia con l’elettronica cangiante di “Carnival”, passa per il synth pop ritmato di “Ciao Ego” e “Mai Iro” fino a quello più cadenzato di “Neve”. “Ho sparato al sole ho trafitto il mio cuore ho deriso l’amore perchè ho paura” canta Marco Platini in “Paura” e quella strizza così forte sembra passata poco dopo, quando parte “Amare” e i Rumor dimostrano di saper parlare di sentimenti senza timore, come fanno anche in “Uomo (parte 1,2,3)” del resto.

Si mettono a nudo i Rumor e in “Uhuh” lasciano ogni freno, ogni difesa e ammettono: “Tutto è come una guerra mondiale dove io sono tutte le parti“. Una vulnerabilità  che la band che viene dal Lago Maggiore e ha diviso il palco con Niccolò Fabi, Marta sui Tubi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Cloud Nothings e Dem Fools sa gestire bene, con delicatezza e una classe evidente soprattutto in “Canzone per E.” e “Incendio”. Notevoli i testi di Platini, belle atmosfere e grande intensità . Sono cresciuti, stanno crescendo, cresceranno ancora.