Un grande squalo sullo stage, come un totem silenzioso e protettivo, osserva l’Alcatraz riempirsi, e successivamente sudare e accendersi, per la data del “Fidatevi Tour dei Ministri.

Mille vite, tantissimi volti e corpi sudati hanno attraversato il concerto dei Ministri all’Alcatraz.

La band si è dimostrata, ancora una volta, capace di creare uno storytelling solido e variegato e in un momento di rinnovamento musicale, loro partono dalle cose più profonde e basilari: l’anima e la coerenza, che hanno sempre espresso nei confronti dei temi affrontati e del pubblico.

I Ministri con “Fidatevi” hanno saputo essere brutali e sono andati oltre i temi e i racconti che li hanno contraddistinti fino ad oggi, sono stati infatti esemplari nello scoprire ogni profondità  e buco nero dell’anima.

La differenza con il passato è palpabile anche nel pubblico: c’è qualcosa di diverso, perchè se una volta si amava la band perchè capace di creare un’atmosfera dura e alternativa, ora un concerto come questo diventa un’occasione per sfoggiare le cicatrici, le paure, le ansie e provarle a curare.

I Ministri sono dei dottori e sono usciti da quella rage room, in cui si poteva spaccare tutto e semplicemente uscire.

Il concerto è un’altalena ben pensata che racconta una carriera che comincia a essere importante, da ammirare.

Nell’encore c’è anche posto per Mauro Pagani, che anche in studio ha prestato il suo violino per “Fidatevi”.

Gli ultimi pezzi legano, in senso letterario, il pubblico per esplosioni e botte di adrenalina incasellate una dietro l’altra da “Fidatevi” ad “Abituarsi alla Fine”.

Alcuni pezzi storici, come “Noi Fuori” o “Tempi Bui”, vengono vissuti in modo viscerale: guardando il pubblico dal palchetto sembra di trovarsi dinanzi ai ritratti papali di Francis Bacon, con i corpi che appaiono frazionati e isterici, pronti a saltarsi addosso brano dopo brano.

Le canzoni vengono vissute come icone fondanti dello spirito che accompagna il pubblico, che va dai 0 ai 99 anni.

Il Fidatevi Tour mostra come la band sia stata capace di integrare il detto del poeta cinese, Zhuangzi: “Coloro che non sono in grado di vincere la liberazione per se stessi sono vincolati dalle cose“, ma i Ministri proprio attaccandosi alle cose semplici hanno tirato fuori un disco e un tour coraggioso, diventando leader, per l’ennesima volta, dell’ alternativa italiana.

Le differenze di età  tra i fan formano un cordone ombelicale che attraversa la sala e circoscrive uno di quei rari fenomeni rock nostrano, insieme agli Zen Circus, che negli ultimi anni ha trovato un nuovo e splendido vigore.

Il suono e le atmosfere sono molto più curate rispetto al passato, le attese sono manipolate e giocate con cura e sapienza dalla band.

I Ministri hanno catturato e liberato allo stesso tempo pulsioni, paure, giochi e risate. Il “Fidatevi Tour” è il risultato di una carriera costruita su un pensiero musicale coerente e vibrante, il concerto parla chiaro e potete fidarvi.