Certe reunion sorprendono, è vero. Ammetto che non pensavo a un ritorno dei Belly, credendo che la dolce Tanya Donelly avesse ormai definitivamente chiuso il cassetto dei ricordi. Mi sbagliavo.

Il terzo lavoro della band di Boston, in smagliante formazione originale, fa il suo onestissimo lavoro, facendoci riassaporare piacevoli profumi anni ’90, anche se, sinceramente, i bagliori incantevoli di “Star” e “King” rimangono una spanna sopra, è giusto dirlo. Ci mancava però il piglio vulnerabile e umorale di Tanya, quei frangenti acustici ricchi di suggestioni folk e i riff alt-rock che trovano subito il giro vincente e c’è da dire che, in fatto di melodie immediate, il disco si fa sicuramente apprezzare, anche se, come dicevo, manca la profondità  e anche l’oscurità  di alcuni storici momenti dei lavori precedenti. Ne risulta così un album scorrevole, poco impegnativo e adattissimo a fare la sua bella figura live, con qualche ritornello molto ben strutturato.

Tanya si fa più diretta, melodica e più “semplice” se vogliamo, non cerca di rifare “Feed the Tree” o “Gepetto” ma piazza buoni numeri, che  faranno felici chi già  la seguiva da solista e chi l’ha apprezzata nei ’90 proprio con i Belly. Tra il ritorno di Breeders e Belly, beh, possiamo dire che propendiamo per i secondi.