Guarda chi si rivede. Delizie primaverili targate Sugar Candy Mountain si fanno sinuosamente strada tra i nostri sensi, in modo tanto stuzzicante e zuccheroso così come in una veste più popedelica, narcolettica carezzevole e visionaria.

La base di partenza è quella che unisce gli anni ’60 e i ’70, mentre i synth si fanno più corposi rispetto ai lavori precedenti della band: ne risulta così un piacevolissimo album che sembra guardare tanto ai Tame Impala, quanto a George Harrison, con un manto avvolgente che potremmo quasi definire cucito,a tratti, da Stereolab e, a tratti, da High Llamas, che si divertono anche con suggestioni dream-pop.

Capirete che la carne al fuoco non manca assolutamente, ma tutto questo piacevole uso degli ingredienti è magnificamente calibrato e senza sbavature. I ritmi bassi e delicati sono quelli   che maggiormente catturano la nostra attenzione, perchè sembra proprio che abbiano una funzione ipnotica a cui è impossibile resistere (provate voi ad ascoltare “Happening” senza restarne catturati, altro che le sirene di Ulisse), ma anche zuccherini più movimentati come “Stickeen” o “This Time Around” ci mandano in paradiso, per non parlare del gusto alla Gainsbourg di “Mar-a-Lago”. Viaggio altamente psichedelico e altamente appagante è “Tidal Wave”, in cui la popedelia d’apertura è deliziosa, ma a metà  pezzo ecco che si parte davvero per lo spazio: da capogiro!

Se cercavate il disco perfetto per il passaggio dalla primavera all’estate, beh, eccolo qui! Da segnare subito sull’agenda preferita.