Sono passati 10 anni dalla pubblicazione di “So, Who’s Paranoid ?” e la più sicuramente longeva e probabilmente eccentrica punk band della storia se ne esce con l’unducesimo album, “Evil Spirits”. I fondatori, l’immortale Dave Vanian e l’inossidabile Captain Sensible festeggiano 41 anni di attività , da quel “Damned, Damned, Damned”, che da come ci raccontano i libri di scuola, fu il primo album del genere punk ad essere pubblicato nel vecchio continente nel lontano febbraio del 1977 (la caratteristica del proto punk degli anni 70 era appunto la realizzazione di 45 giri, pezzi corti e veloci per sottolineare l’idea di un prodotto immediato e poco curato nella produzione – tra l’altro i Damned pubblicarono nell’ottobre 1976 anche il primo singolo punk made in UK, ” New Rose” che come lato B ha la loro versione punk di “Help” dei Beatles).

Altro membro storico, il bassista Paul Gray che si unì al gruppo agli inizi degli anni 80, fa parte dell’attuale formazione che ha potuto contare sulla produzione di Tony Visconti, già  produttore di Bowie (“Blackstar” del 2016 per citarne uno), T-Rex, Stranglers e molti altri protagonisti della scena post punk degli anni ottanta.
Non aspettiamoci grandi novità  : l’album appena uscito potrebbe tranquillamente essere stato scritto in quegli anni ottanta in cui i Damned virarono in quel Gothic Rock con tendenze psichedeliche, molto treatrale, con l’organo Farfisa che diventerà  uno degli strumenti distintivi del suono della band.
Possiamo trovarli in tour come se le decadi non fossero mai passate: Captain Sensible con il cappello rosso in testa e Vanian con il suo outfit vampiresco ed i classici guanti neri a dare quel tocco glam che ben si addice al prodotto musicale che propongono sul palco. Forse quest’immagine riassume quello che “Evil Spirit” ci propone: canzoni “dannatamente” anni 80, alcune molto ben curate con melodie azzeccate (“We’re So Nice”, “Sonar Deceit”, “Standing On The Edge Of Tomorrow”) La voce di Vanian e la chitarra del Capitano (“Evil Spirits”, “Daily Liar”) sono in forma smagliante malgrado il passare del tempo.

Il lavoro di Visconti è notevole se si considera che i pezzi sono stati registrati in soli 9 giorni, piacevolissima la tromba in “Sonar Deceit” e l’arrangiamento molto “Beatles” nella prima parte di “Daily Liar”.
La conclusiva “I Don’t care” ci riporta alla bellissima “Perfect Day ” di Lou Reed con la seconda parte del pezzo che aumenta di ritmo ed intensità  in perfetto stile Damned.

Punti deboli risultano la scontata e diciamolo onestamente noiosa “Procastination”, mentre un capitolo a parte merita l’orrenda “Look Left” scritta forse per un’ eventuale partecipazione della band all’Eurofestiva tenutosi quest’anno a Lisbona: una melodia strappalacrime, straziante, con il refrain che fa il verso a Tony Hadley con il raccapricciante finale di tastiera con il povero batterista ad inseguire disperatamente. Un pezzo che ci farebbe giustamente gridare “Punk is Dead” se non fosse per il grande rispetto che nutriamo per i pionieri del genere.