Inutile nasconderlo, era una delle date più attese. I Pearl Jam tornano a Roma dopo più di vent’anni (ventidue come Eddie Vedder ci ha tenuto a precisare) per il terzo dei concerti italiani previsti nel tour europeo 2018. Dopo Milano, con un Mr. Vedder che ancora soffriva dei postumi della laringite che l’ha costretto suo malgrado ad annullare la seconda data londinese (che verrà  prontamente recuperata a metà  luglio) e le quasi tre ore di musica regalate a Padova (con il battesimo rock della piccola Eleonora figlia di Luca Villa e Daria Moretti che da anni gestiscono il sito italiano dedicato ai Pearl Jam, Pearljamonline.it) il pubblico romano spera di godersi una serata di musica di quelle che si ricordano.

L’Olimpico si riempie lentamente, complice il martedì lavorativo e l’estate ormai iniziata. Alla fine non sarà  tutto esaurito ma ci siamo quasi. E ancora una volta i Pearl Jam dimostrano di essere una band capace di unire le generazioni: tante famiglie, numerosi stranieri, tantissimi fan, molti curiosi e habituè dei grandi eventi allo stadio. Per passare il tempo, prima che inizi il concerto, sul maxischermo viene proiettato il primo tempo di Nigeria ““ Argentina (con relativi applausi per il vantaggio dei sudamericani) ma è solo un piccolo antipasto prima che il gioco diventi serio. Bastano le prime note di “Release” per capire che i Pearl Jam hanno voglia e intenzione di farsi perdonare la lunga assenza. Il pubblico salta, partecipa, applaude e canta. Sotto il palco, in curva, sugli spalti.

Eddie Vedder ricorda con piacere il soggiorno romano di tanti anni fa (compreso il viaggio in Cinquecento che ha ispirato “MFC”) e anche un Lazio ““ Roma visto allo stadio chissà  quando. Mike McCready si lancia in assoli brucianti, chilometrici, infiammando anche i più restii a lasciarsi trascinare. La setlist alla fine è equilibrata, equamente divisa tra grandi cavalli di battaglia (“Jeremy”, “Black”, “Alive”, “Betterman”, una “Rearviewmirror” che stranamente arriva quasi a fine show) il nuovo che avanza (“Can’t Deny Me”, la cover di “Again Today” di Brandi Carlile) e tutto quello che c’è stato in mezzo in questi ventidue anni (“Pilate”, “Unthought Known”, “Just Breathe”, “Lighting Bolt”). Le versioni tiratissime di “Even Flow” “Animal” e “Lukin” (con Eddie che riesce a cantarla tutta in un tempo record, alla faccia della laringite) sono molto apprezzate nonostante l’eco killer dello stadio ce la metta tutta per rovinare lo spettacolo.

Stone Gossard si riscopre cantante in “Mankind” e (vera chicca della serata) Matt Cameron dimostra che gli anni giovanili passati in una cover band dei Kiss hanno dato ottimi frutti con una cover molto tosta di “Black Diamond”. Di “Imagine” con le sue mille luci artificiali che popolano gli spalti e quell’ hashtag (#apriteiporti e #saveisnotacrime) che compare sul maxischermo hanno parlato un po’ tutti e le polemiche nei giorni scorsi hanno raggiunto il limite dell’assurdo. In realtà  è stato un momento, breve e emozionante, di un lungo concerto. Volevano mandare un messaggio i Pearl Jam, un messaggio tutto sommato coerente con le battaglie che hanno combattuto in questi anni e che stanno combattendo tutt’ora (messaggio ribadito con la tag di “Daughter” e la bandiera arcobaleno con scritta anti ““ Trump in cui Eddie si è avvolto prima della fine). Ci sono riusciti. Ma la serata di Roma è stata anche altro: la cover di “Comfortably Numb” di Roger Waters e il finale con “Rockin’ In The Free World” di Zio Neil Young, che non stanca mai.

C’era la luna (piena). C’era l’italiano di Mr. Vedder , stentato più che mai e adornato dal “vaffa” d’ordinanza. C’erano dei ragazzi di Seattle non più così ragazzi ma ancora in grado di graffiare a volontà  con una setlist solida, grintosa.
Sono state tre ore e un quarto di ottima musica.

Setlist:
Release
Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town
Interstellar Overdrive (Pink Floyd)
Corduroy
Why Go
Do the Evolution
Pilate
Given to Fly
Even Flow
Wasted Reprise / Wishlist
Lightning Bolt
Again Today (Brandi Carlile)
Untitled / MFC
Immortality
Unthought Known
Eruption (Van Halen)
Can’t Deny Me
Mankind
Animal
Lukin
Porch
Encore:
Sleeping by Myself
Just Breathe
Imagine (John Lennon)
Daughter/W.M.A.
State of Love and Trust
Black Diamond (Kiss)
Jeremy, Better Man/I Wanna Be Your Boyfriend (Ramones)/Save It For Later (The English Beat)
Encore 2:
Comfortably Numb (Pink Floyd)
Black
Rearviewmirror
Alive
Rockin’ in the Free World (Neil Young)

Photo: Paul from United Kingdom / CC BY