Dopo anni di intensa attività  live (documentata in un album dal vivo, “No Waves”, uscito nel 2016) arriva finalmente il terzo disco per i Body / Head, il duo composto da Kim Gordon e dall’amico Bill Nace. Un album che la stessa Gordon ha definito “molto pesante“, non tanto musicalmente ma per il tema trattato in cinque brani che mettono in evidenza il lato più cupo, brutale e apocalittico di due artisti che non hanno mai amato i compromessi. L’improvvisazione resta la base da cui Kim Gordon e Bill Nace partono, dal vivo come in studio, ma le canzoni di “The Switch” sono più rifinite di quelle dell’esordio “Coming Apart” (anche grazie al sapiente lavoro di editing e mixing di Justin Pizzoferrato).

Questa volta le chitarre di Nace & Gordon prendono il sopravvento, la Les Paul di lui contro la Fender Jazzmaster di lei in un abbraccio distorto e mortale. Le parti cantate sono portate spesso all’estremo, cariche di effetti (da segnalare un uso non tradizionale dell’Echoplex, per modificare il timbro e il tono della voce) fino a fondersi totalmente con le note che le circondano. Se “Coming Apart” ricordava i CAN e i DNA, “The Switch” ha molto in comune con le sperimentazioni di Glenn Branca o i paesaggi sonori tratteggiati da molto noise rock giapponese (impossibile non citare nuovamente Keiji Haino). Un disco fatto di attese e spazi vuoti, che risente molto dell’era Trump in cui è nato. Che cosa fareste se vi capitasse sotto mano l’arsenale nucleare più potente del mondo, premereste il pulsante? Questo sembrano chiedersi Kim Gordon e Bill Nace.

L’apocalisse cantata dai Body / Head non è solo politica e collettiva ma anche personale, con i dubbi di “Change My Brain” che assillano una Kim Gordon raramente così evocativa alla voce. La violenza a lungo trattenuta esplode in “Reverse Hard” con quell’urlo strozzato, prolungato e perfettamente a tono, che sale piano e poi si ferma come se non sapesse bene dove andare. Ma è solo un’impressione perchè tutto è perfettamente sotto controllo in “The Switch”. L’improvvisazione no wave di Gordon & Nace è millimetrica, si snoda inquietante nota dopo nota, respiro dopo respiro in un disco minimalista, meno immediato e viscerale di quanto fatto in passato ma sempre di buon livello. Perfetto per accompagnare la lettura di “The White Book” di Han Kang.