Miles Kane è sicuramente uno dei più influenti alfieri della scena mod-revival degli anni 2000 (e non a caso testimonial per Fred Perry), chitarrista dei Little Flames agli albori, frontman dei The Rascals poi, prima di intraprendere una fortunata carriera personale tra dischi in proprio e la celebre collaborazione con Alex Turner  con il progetto  The Last Shadow Puppets.

Questo album, terzo da solista in studio, esce dopo ben 5 anni dal precedente, visto e considerato anche l’importante intramezzo con i richiamati Puppets. Il titolo  è da ricondurre al mondo del Wrestling (una delle sue fiction preferite, a detta dello stesso Kane), nello specifico alla mossa finale dell’irlandese Finn Bálor.

Kane attinge da decenni di rock di matrice albionica, sia nelle sue vesti più punk, come in quelle più beatlesiane o più glam, senza timore di peccare di scarsa innovatività ,  fantasia ed eccessivo conformismo. Con tanta sicurezza di sè, tanto istrionismo, parecchia sfacciataggine,  senza paura di avere tutta la luce dei riflettori puntata addosso.

Si  va così dai ritmi indiavolati di “Too Little Too Late” a “Cry On My Guitar”, una cometa glitterata proveniente dalla galassia Bolan/T-Rex, per proseguire con “Loaded” (scritta con Lana Del Rey)  che è una “I Am The Walrus” rivestita, ed avanti  con la title track “Coup de Grace” con basso e chitarre superfunk e momenti più synth pop à  la Bronski Beat;  i pezzi che annoverano la collaborazione di Jamie T (“Killing The Joke” e “The Wrong Side of Life”) riportano il tutto in una dimensione più calma,  soul e melodica, che contraddistingue anche la chiusura con “Shavambacu”, con i suoi riff e piano quasi spettrali ed eleganti.

Certo, il lavoro non brilla per originalità  nè melodica, nè strumentale, tantomeno compositiva: ma l’immagine che “Coup de Grace” ci lascia è quella che il 32enne del Merseyside non stia nè scappando, nè rincorrendo, bensì sia perfettamente a proprio agio  sulla strada che sta percorrendo.

Viene quindi da chiedersi: è davvero Miles Kane il più  credibile erede di Paul Weller?